La vera storia di una rapina finita nel sangue

La vera storia di una rapina finita nel sangue

Legittima difesa. La vera storia di una rapina finita nel sangue è il libro di Marco e Nicolò Petrali che racconta la vicenda del loro padre, il tabaccaio Giovanni che nel 2003 reagì a una rapina uccidendo uno dei banditi.

Legittima difesa. La vera storia di una rapina finita nel sangue Nel fine settimana ne ha parlato anche Il Giornale, nella pagina della cultura che ha ospitato un articolo a firma Paola Carella. Legittima difesa. La vera storia di una rapina finita nel sangue è il libro scritto a quattro mani da Marco e Nicolò Petrali, i figli di Giovanni, il tabaccaio milanese che nel 2003 reagì a una rapina uccidendo uno dei malviventi e ferendone un altro. Marco Petrali, avvocato, ha deciso di assistere il proprio padre nel processo che ne è scaturito. E, a distanza di anni, ha deciso di dare forma a quanto accaduto raccontandolo assieme al fratello Nicolò.

«Tenevamo nel cassetto questo libro da molto tempo. Non volevamo pubblicarlo», è Il Giornale che riporta le parole di Nicolò Petrali. «Ma a ogni rapina successiva alla nostra maturava sempre di più dentro di noi la voglia di raccontare la nostra storia». E da poche settimane Legittima difesa. La vera storia di una rapina finita nel sangue è in libreria.

Nell’articolo di presentazione, il quotidiano cita il passo in cui i Petrali suggeriscono quale sia il modo concreto per affrontare il discussissimo tema della legittima difesa: “l’unico modo per cambiare davvero l’istituto giuridico della legittima difesa, limitando la discrezionalità dei giudici, è quello di legittimare la proprietà come diritto fondamentale della persona. Chi attenta ai miei beni attenta di fatto anche alla mia persona. E dunque in quel caso io mi trovo automaticamente in una situazione di pericolo attuale per la mia incolumità”. Pubblica Historica.