Porto d’armi per difesa, Auda chiede al governo di intervenire

porto d'armi per difesa due pistole fumanti e cinque proiettili
© Shutter_O (foto d'archivio)

L’Associazione utilizzatori delle armi interpella il governo, chiedendogli di invertire il trend sul rilascio del porto d’armi per difesa.

Il governo intervenga per cambiare il trend sul rilascio del porto d’armi per difesa. Altrimenti la riforma della legittima difesa in discussione alla Camera rischia di essere monca. È chiara la richiesta di Auda, Associazione utilizzatori delle armi, espressa in una lettera aperta a firma Maurizio Piccolo. Il presidente dell’associazione scrive a Matteo Salvini e per conoscenza a Giulia Bongiorno, ministri dell’Interno e per la Pubblica amministrazione, chiedendo loro di intervenire “con un’apposita circolare”. Anche perché capita che a giro per l’Italia “le regole non siano applicate allo stesso modo”.

A sostegno della propria richiesta, Auda elenca le statistiche sul rilascio di porto d’armi per difesa negli ultimi 17 anni. “Nel 2002 erano 45.618, si legge infatti nella lettera, “nel 2015 19.212, nel 2016 18.034 e oggi ancora meno”. È una tendenza “inspiegabile”, scrive Piccolo. E rischia inoltre di far venire meno “l’elemento principe della legittima difesa”. In Repubblica Ceca, il porto d’armi per difesa “ha migliorato la sicurezza nazionale”. Secondo Auda c’è un solo modo per “interrompere questa drastica riduzione”: un intervento diretto del governo.