Vince controversia con l’amministratore del condominio e perde l’arma

Il proprietario di un locale di Torino deve rinunciare al porto d’armi dopo una controversia con l’amministratore del condominio per l’utilizzo di una pensilina.

Un esercente di Torino deve rinunciare al porto d’armi dopo una controversia con l'amministratore del condominio per l’utilizzo di una pensilina.
© George Dolgikh

Conviene tenerseli amici. Ma non per i motivi che si adducono di solito. E se non sono i vicini, come nel caso di Vibo Valentia, è l’amministratore. Ciò che emerge dalle sentenze agostane della giustizia amministrativa è la necessità di intrattenere rapporti di buon vicinato se non si vuole mettere a rischio la detenzione dell’arma. Perché è ciò che è successo a un esercente di Torino, privato del porto d’armi dopo una controversia con l’amministratore del condominio in cui possiede un’unità immobiliare. Ormai l’orientamento è chiaro: basta una lite con risvolti giudiziari per subire il provvedimento di questura e prefettura e perdere il ricorso al Tar. Stavolta ci va di mezzo una pensilina che, pur essendo parte comune condominiale, è stata recintata dall’uomo coinvolto che la utilizzava “di fatto in via esclusiva” come pertinenza del proprio locale commerciale. L’amministratore ha richiesto il pagamento di un affitto e la situazione è degenerata, con querele, controquerele e un contenzioso civile vinto dal proprietario del locale.

Tutto risolto? Ma ci mancherebbe. L’amministratore è stato sollevato dall’incarico per via giudiziale e l’assemblea dei condomini si è divisa in due fazioni. E il gruppo che ha preso le parti dell’amministratore ha proceduto a denunciare il condomino per “comportamenti integranti insulti, richieste prepotenti e intimidazioni”. A quel punto è arrivata la revoca del porto d’armi da parte del prefetto, confermata in queste ore dal Tar del Piemonte: non importa che “i fatti [siano] unilateralmente riferiti da terzi in atti di denunciaquerela” e che “il provvedimento [sia] fondato solo sulla testimonianza di un condomino appartenente alla fazione sostenitrice dell’amministratore revocato”. Esiste “un prolungato stato di tensione e conflittualità tra il condomino, l’ex amministratore e almeno alcuni degli altri esercenti commerciali che lavorano nella struttura, aderenti alla fazione favorevole all’operato dell’amministratore revocato”. E visto che la situazione “potrebbe un giorno degenerare in un episodio violento”, il Tar del Piemonte considera giustificata la revoca del porto d’armi.