L’Aimpoint ha sviluppato una nuova versione dell’Acro P-2, con red dot di 9 Moa, per l’impiego tattico contro i droni.
Oltre che i piattelli in contesti particolari, l’ultima variante dell’Acro P-2 (9 Moa la dimensione del red dot: ne esisteva già una analoga destinata alla caccia) è utile per ingaggiare «bersagli piccoli, in movimento rapido a distanza ravvicinata» come i droni a corto raggio: così la svedese Aimpoint annuncia l’ultima novità del proprio catalogo per armi tattiche. Più grande e visibile, il punto luminoso rende più facile inquadrare il bersaglio e come positivo effetto collaterale riduce i tempi d’addestramento.
Per lo sviluppo del prototipo all’Aimpoint sono servite soltanto quattro settimane dalla prima richiesta: «Abbiamo riscontrato un’esigenza urgente» spiega il senior product manager Albert Rödfalk «e siamo riusciti [a muoverci] molto rapidamente, perché avevamo già a disposizione i componenti necessari».
Nella nota diffusa alla stampa l’Aimpoint nota che contro i droni «l’utilizzo di sistemi di difesa aerea o missili è spesso costoso e poco pratico; e quando un drone appare improvvisamente a distanza ravvicinata per altre contromisure potrebbe essere tardi».
Per Rödfalk un fucile semiautomatico con le munizioni giuste e un red dot di questo tipo «diventa l’ultima linea di difesa: non è una soluzione universale, ma all’interno di una squadra almeno un soldato dovrebbe poterci contare. Credo che i fucili tattici per gli scontri con i droni entreranno nell’equipaggiamento standard di molte unità impegnate sul campo».
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