Il Tar: l’aumento della criminalità giustifica il porto d’armi

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© Rommel Canlas

Il Tribunale amministrativo del Friuli si è pronunciato sul ricorso di un dirigente della società che gestisce la discarica del Comune di Povoletto. E ha cassato la decisione della prefettura con una motivazione non molto frequente.

L'aumento della criminalità pesa quando si parla di rinnovo del porto di pistola per difesa personale: è una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia.
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Al di là della sentenza in sé, che peraltro rende l’arma a un dirigente della società che gestisce la discarica del Comune di Povoletto (UD), stavolta vale la pena di spendere qualche parola sulle motivazioni addotte dal Tar del Friuli Venezia Giulia nell’accettare il ricorso presentato contro la decisione del prefetto. Oltre alla posizione geografica della discarica, “ubicata in zona isolata, distante dal centro abitato, e reiteratamente oggetto di abusi commessi da terzi”, il Tar ritiene che per decidere se un cittadino sia autorizzato a portare un’arma conti anche un altro aspetto: “è fatto notorio che, negli ultimi anni, si sia verificato un diffuso aumento della criminalità, tale da esporre quotidianamente a seri pericoli la sicurezza individuale, come evidenziato dai numerosi fatti di cronaca che riferiscono di furti e rapine, poi sconfinati in aggressioni alla persona, con esiti anche mortali”. Oltre al rinnovo del porto di pistola per difesa personale, il dirigente della società che gestisce la discarica otterrà 1.000 euro dal ministero dell’Interno come liquidazione delle spese di lite.