Controllo del background personale: i numeri degli Stati Uniti

Controllo del background personale i numeri degli Stati Uniti
Archivio Shutterstock / Victor Moussa

Una ricerca condotta da Matthew Miller della Northeastern University di Boston rivela come circa un americano su cinque non sia stato sottoposto al vaglio del suo background. Soprattutto nel corso della compravendita tra privati

Ogni cinque americani che hanno acquistato un’arma, uno lo ha fatto senza essere sottoposto a un controllo del background. È un dato che copre i due anni precedenti l’indagine. E che rappresenta un miglioramento rispetto al passato. Lo rivela una ricerca condotta da Matthew Miller della Northeastern University di Boston.

La ricerca della Northeastern University di Boston sul controllo del background di chi acquista un’arma

Il miglioramento rispetto al passato è evidente dai dati messi a disposizione dal team di Miller. Nel 1994 uno studio analogo aveva rivelato che due acquirenti su cinque non erano stati sottoposti a vaglio del background.

Lo studio di Miller è stato condotto su un campione rappresentativo di 1613 persone. La ricerca non fornisce informazioni ulteriori sul tipo di controllo richiesto. Gli intervistati fanno soprattutto riferimento all’acquisto nelle armerie. Il controllo del background è molto più blando nella compravendita tra privati. La percentuale del 22% sale al 50% quando si restringe il campione a chi non si è servito di un’armeria. Amici, familiari, acquisti online e incontri alle fiere rappresentano il vettore principale di compravendita tra privati analizzata nello studio.

Negli Stati che in teoria richiedono per legge il vaglio del background anche nella compravendita tra privati, la percentuale rimane intorno al 26%. Dove il controllo non è regolato, l’acquisto senza un vaglio diretto sale al 57% delle transazioni.

Quali effetti concreti?

Non è possibile affermare che chi non ha potuto acquistare un’arma dopo il controllo del background abbia optato poi per la compravendita tra privati. “Abbiamo bisogno di più dati per studiare gli effetti concreti del controllo del background”, ha dichiarato Miller all’agenzia Reuters.

Il professor Philip Cook della Duke ha commentato la ricerca con una nota politica. Considerando questi dati, il tentativo di rendere obbligatorio il controllo del background con una legge federale sarebbe meno dirompente e costoso di quanto gli americani ritengano.