Legittima difesa, i dubbi di magistrati e avvocati

legittima difesa: martello del giudice davanti a un codice aperto
© Sebastian Duda

L’Ansa dà notizia delle perplessità dell’Associazione nazionale magistrati e dell’Unione camere penali sulla legge che riforma la legittima difesa.

L’Associazione nazionale magistrati avanza “numerosi dubbi di incostituzionalità” sulla riforma della legittima difesa approvata definitivamente dal Senato. Ne dà notizia l’Ansa che batte una dichiarazione di Francesco Minisci, presidente dell’Anm. Oltre ai possibili profili di incostituzionalità, Minisci rileva che la nuova legge «non tutelerà i cittadini più di quanto fossero tutelati fino a oggi». Quattro, secondo l’Anm, i punti critici: la previsione di pericolosi automatismi, la compressione della discrezionalità dei magistrati, “grandi difficoltà di interpretazione. E, soprattutto, l’aver introdotto “concetti che poco hanno a che fare con il diritto”.

Il primo vaglio di costituzionalità passerà dalla scrivania del presidente della Repubblica per la promulgazione della legge. Poi chissà se in futuro la Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sul nuovo provvedimento.

Ma non ci sono solo i magistrati. Anche gli avvocati si esprimono sulla riforma. Criticata, fonte sempre Ansa, dal presidente dell’Unione camere penali Giandomenico Caiazza. Secondo il quale la nuova norma è «inutile e pericolosa». Perché non può evitare «la valutazione discrezionale di un giudice» in caso di omicidio. E perché diffonde la convinzione, evidentemente erronea, che «si possa agire in condizioni di impunità» quando ci si trova in casa.