Litigò con un vigilino, ha rischiato il porto d’armi

Il Tar di Bologna ha accolto il ricorso di un cittadino bolognese al quale la prefettura aveva negato il rinnovo del porto d’armi dopo una lite con un ausiliare del traffico.

Solo dopo la sentenza del Tar un cittadino bolognese ha ottenuto il rinnovo del porto d'armi: aveva litigato con un ausiliare del traffico.
Archivio Shutterstock / Daniel Tadevosyan

Un diverbio con un ausiliare del traffico non è motivo sufficiente per negare il rinnovo del porto d’armi. Fa sorridere amaramente il fatto che debba essere il Tar a ribadirlo. Perché se il cittadino bolognese destinatario del provvedimento non si fosse opposto alla decisione del prefetto, sarebbe rimasto senza licenza. Il decreto penale che lo vede coinvolto riguarda infatti “una vicenda bagatellare” che però rischiava di avere conseguenze spiacevoli. Un litigio con un ausiliare del traffico “che ha ritenuto di essere stato offeso e di aver ricevuto una falsa informazione sulla residenza del ricorrente” aveva messo a rischio il porto d’armi dell’uomo. Ma il fatto, sul quale è stato emesso un decreto penale a fini di snellimento processuale, deve essere ancora chiarito. E soprattutto non appare idoneo a mettere in luce l’inaffidabilità del ricorrente.