A Malta si discute della Direttiva Armi

A Malta si discute della Direttiva Armi
Archivio Shutterstock / Bplanet

Il semestre di presidenza europea de La Valletta può rappresentare una delle ultime possibilità per mitigare il nuovo testo della Direttiva Armi

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La conferenza indetta a Malta da Firearms United, Fesac, Aacts e Amacs racconta una storia un po’ diversa sull’iter della Direttiva Armi. E lascia aperta qualche speranza di modifica. Anche perché spetta proprio a Malta l’attuale semestre di presidenza europeo.

Gli interventi della conferenza di Malta

Carmelo Abela, Ministro degli Interni maltese, ha parlato della necessità di trovare un giusto bilanciamento tra libertà e sicurezza. L’International Practical Shooting Confederation si è espressa per bocca di Sasja Barensten. Il direttore dell’IPSC ha rimarcato l’impatto potenziale della direttiva sulle discipline di tiro sportivo. La nuova norma prevede infatti un cambio di categoria delle armi a seconda del caricatore che vi è inserito.
Chiare anche le voci dei politici esteri. Jean-Luc Addor (UDC), membro del Consiglio nazionale svizzero, ha rimarcato la contrarietà della Confederazione alla nuova direttiva. E paventa la possibilità di un referendum tra i cittadini svizzeri per decidere sul recepimento della norma.
Anche perché sono i dati a sottolineare il guado nel quale la Direttiva rischia di invischiarsi. Numeri alla mano, Jean Karl Soler ha evidenziato come il possesso legale di armi costituisca un deterrente nei confronti del crimine. E che non c’è alcuna correlazione diretta tra delitti, violenza e possesso legale.

Malta convinta: nessun impatto della direttiva sulla sicurezza

Firearms United ha rilasciato un comunicato stampa nel quale parla della conferenza come di “un evento eccellente”. Il messaggio dei tiratori e degli appassionati è stato recapitato alle autorità competenti. E le organizzazioni maltesi hanno calato l’asso con l’esposizione di alcuni manufatti storici che con la proposta originaria della Commissione Juncker sarebbero stati destinati alla distruzione. Di fatto, a Malta si ritiene che l’approvazione della Direttiva non avrà alcun impatto reale sulla sicurezza. La legislazione nazionale, creata in collaborazione con appassionati e collezionisti, è perfettamente funzionale e funzionante.