Morte di Marco Vannini, Ciontoli: «Volevo fargli vedere come si carica la pistola»

Il sottufficiale di Marina ha parlato al processo per la morte del giovane di Ladispoli .

A processo per l'omicidio di Marco Vannini, Antonio Ciontoli sostiene che il colpo sia partito per sbaglio dalla propria pistola.
© Kubicka

«Stavamo giocando goliardicamente. Marco voleva vedere la pistola, ho scarrellato e ho premuto il grilletto, tutto in una frazione di un secondo». Alla sbarra per l’omicidio di Marco Vannini, il fidanzato della figlia morto nel maggio 2015 a Ladispoli (Roma) in circostanze ancora contornate dal giallo, Antonio Ciontoli cambia di nuovo versione. È l’Adnkronos a riportare le parole del sottufficiale di Marina che dichiara di non esser «mai stato esperto di armi» e riconduce il colpo di pistola «a un incidente. Stavamo solo scherzando. Ero convinto che fosse scarica», aggiunge Il Messaggero in un articolo sul caso comparso nell’edizione di oggi. Per la vicenda è finita sotto processo tutta la famiglia della fidanzata del giovane, con l’accusa di concorso in omicidio volontario.