Qual è il vero legame tra femminicidi e armi detenute legalmente?

Femminicidi con armi legalmente detenute

Un articolo del Messaggero Veneto spinge il Comitato Direttiva 477 a chiedere un approfondimento.

Il Comitato Direttiva 477 ha scritto al commissariato di Cividale del Friuli per conoscere quanti siano i femminicidi commessi con armi detenute legalmente.
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Nel rapporto tra femminicidi e armi detenute legalmente c’è un problema di numeri. Non coincidono quelli a disposizione del Comitato Direttiva 477 e quelli rilasciati dal commissariato di Cividale del Friuli nel corso di un incontro pubblico. Almeno a sentire il Messaggero Veneto che ha commentato l’evento. È il senso della missiva inviata da D-477 al commissario capo Michelangelo Missio. Giulio Magnani, presidente del Comitato, chiede di sapere se quel 90% di femminicidi commessi con armi detenute legalmente derivi da fonti più attendibili a disposizione delle forze dell’ordine o se al contrario si sia trattato di una svista della giornalista Lucia Aviani che ha firmato l’articolo.

Il rapporto dell’Eures del novembre 2015 riporta dati diversi. La maggior parte degli omicidi (30,3%) viene commessa con armi da taglio. Seguono armi da fuoco (28,2%) e poi armi improprie, strangolamenti, percosse e soffocamenti. Un rapporto del Senato del febbraio 2017 mostra un leggero incremento delle prime due modalità, passate rispettivamente al 32,5% e al 30,1%. Nessuno dei due documenti specifica però quante siano le armi detenute legalmente, quante di provenienza illegale e quante infine d’ordinanza. Il Comitato Direttiva 477 ritiene abbastanza strano che tutti gli omicidi siano commessi con armi legali. E in ogni caso “rimane da capire come possa il dato attribuito essere più di tre volte superiore a quello degli rapporti citati”. In questo caso le altre modalità di omicidio “risulterebbero complessivamente inferiori di sette volte e di conseguenza quasi statisticamente irrilevanti”.

Magnani considera la questione tutt’altro che indifferente perché “alcuni pregiudizi sui possessori legali di armi derivano proprio da informazioni imprecise”. Il Comitato Direttiva 477 considera pertanto “assolutamente necessario possedere dati corretti e provenienti da fonti ufficiali o indubbiamente autorevoli”.