5×500: Smith&Wesson Model 500 cal. .500 S&W Magnum

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Lo S&W 500 Model calibro .500 S&W Magnum arriva in Italia con cinque misure di canna

Spara il calibro più potente per arma corta, il .500 Smith & Wesson Magnum, sviluppato dal produttore americano insieme a Cor-Bon per insidiare ogni tipo di animale. La belva rabbiosa è finalmente in distribuzione in Italia

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L’autore della prova in punteria con l’arma dotata di canna da 8 pollici e tre ottavi

 

Smith & Wesson si è ripresa lo scettro. Quello di produttore del revolver più potente al mondo. Si tratta di un primato più utile ai fini del marketing, questo è certo, ma che presenta interessanti applicazioni anche nella prassi. Peccato però che il frutto di questo percorso – per la verità si dovrebbe parlare al plurale, “di frutti” – è giunto in Italia con 10 anni di ritardo rispetto al lancio dell’arma sul mercato americano, avvenuto nel 2003 con la presentazione del Model 500 e il contestuale lancio del poderoso calibro .500 Smith & Wesson Magnum.

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Lo S&W 500 Model calibro .500 S&W Magnum arriva in Italia con cinque misure di canna

Perché tutta questa attesa? La risposta è scontata… il ritardo è stato causato dalla burocrazia e dalla perenne tentazione, tutta italiana, di creare norme, cavilli, limitazioni anche quando questi non siano previsti dalla legge.

Basta così un azzeccagarbugli qualunque e ciò che dovrebbe essere un diritto pacificamente consentito dall’ordinamento giuridico diventa una conquista. L’azzeccagarbugli di turno è stata, non poteva essere altrimenti, la Commissione consultiva centrale per il controllo delle armi che, quando l’importatore italiano Bignami presentò i primi Model 500 per la catalogazione, definì le armi “non catalogabili” per il loro “rilevante rapporto tra potenza e occultabilità”.

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Tutti i modelli 500 presentano un compensatore per ridurre il rilevamento dell’arma e contrastare le esuberanti performance del calibro .500 S&W Magnum. In basso, i compensatori sostituibili che equipaggiano le versioni da 4” e da 8 3/4”

Con la conseguenza che i Model 500 importati non poterono essere commercializzati. Con il superamento del Catalogo, è caduto anche il veto ingiustificato nei confronti di queste armi. Abbiamo fotografato i primi esemplari (sono quelli che hanno atteso 10 anni per essere venduti) poco prima che venissero spediti ai legittimi proprietari tramite le armerie di riferimento. Al di là della mossa di marketing, il Model 500 è un revolver che si propone agli appassionati di caccia grossa, a chi necessiti per la difesa della propria incolumità di un’arma fornita di energia sufficiente per fermare animali grossi e pericolosi, a chi si interessi di collezionismo “estremo”.

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Il cane presenta una cresta munita di cuspidi atte ad aumentare il grip per i tiri ad azione singola

Le sue dimensioni, in tutte le possibili lunghezze di canna (che spaziano tra i 4 pollici e i 10,5 pollici), sono inaccettabili per il porto occulto, così come l’energia sviluppata dal rinculo, che ne rende impensabile l’utilizzo per la comune difesa personale. In Italia, dove la caccia con le armi corte è preclusa, le possibilità d’impiego sono decisamente molto limitate.

Il telaio X

Prima d’iniziare a descrivere il revolver che abbiamo provato è necessario fare una precisazione. Il primato di “revolver più potente al mondo” è valido al netto di quelli di produzione commerciale che utilizzino munizionamento per armi corte.

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Varia anche l’opzione di mirini disponibili; ad eccezione dell’arma più sportiva, che monta un mirino ad alta luminosità Hi-Viz, tutte le altre montano mirini a lama sostituibili

Esistono infatti modelli addirittura più prestanti ma di produzione artigianale o che utilizzano calibri specifici per carabina. Lo sviluppo di un’arma super potente, come diamo conto nel box relativo al calibro, ha richiesto un certo studio che ha prodotto una cartuccia dotata di prestazioni non indifferenti e ha portato al superamento del telaio “N” (Large frame) che fino ai primi anni 2000 era il più massiccio della produzione S&W. È stato quindi sviluppato il nuovo telaio X (X-Large frame) ancora più robusto dimensionando però l’impugnatura sulle quote degli allestimenti N. Questo rappresenta forse un’incertezza di carattere estetico (l’impugnatura sembra sottodimensionata) ma un indiscusso pregio funzionale in quanto l’arma mantiene il feeling, le doti di impugnabilità anche per mani di dimensioni medie e l’efficacia in termini di assorbimento del rinculo tipici degli altri prodotti Smith & Wesson. Il telaio X è stato inaugurato dal Modello 500 e successivamente utilizzato per l’allestimento del Modello 460, altro monster revolver dell’azienda del Massachusetts.

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La tacca di mira è del tipo regolabile; l’allestimento Performance Center presenta anche 3 fori filettati per l’applicazione di strumenti ottici supplementari di mira

La cura ricostituente cui è stato sottoposto il telaio ha riguardato altri due elementi: in primis il tamburo, un blocco d’acciaio del diametro di 48,7 mm e della lunghezza di 59 mm, che presenta solo 5 camere così da fornire la resistenza sufficiente a smaltire le pressioni prodotte dal .500 S&W Magnum; la quantità di acciaio impiegata lo rende capace di affrontare pressioni del 50% superiori a quelle standard (la prova forzata è realizzata con una sovra-pressione del 20%). Secondariamente il sistema di chiusura del tamburo stesso, che è attuata – in posizione posteriore – da un pistoncino che protrude dall’asse dell’estrattore andando a innestarsi in un apposito alloggiamento nello scudo del telaio e – in posizione anteriore – da una sferetta caricata elasticamente presente sul giogo (questa è una novità). Tutto questo porta il peso dell’arma a un valore che arriva a superare i 2 kg negli allestimenti con la canna più lunga.

Le cinque versioni italiane

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Il cane presenta una cresta munita di cuspidi atte ad aumentare il grip per i tiri ad azione singola

Cinque sono le versioni di Model 500 arrivate in Italia. Si parte con quella dotata di canna da 4 pollici, l’unica catalogata come arma comune, per progredire con quelle con canna da 6,5” – 7,5” del Performance Center e 8 pollici e 3/8, quest’ultima realizzata in due allestimenti che differiscono per mire e tipologia del compensatore adottato. Il catalogo 2014 del produttore menziona un secondo allestimento del Performance Center, con canna da 10,5 pollici, attualmente non disponibile ma incluso anche nel catalogo dell’importatore, e un allestimento preparato in esclusiva per la catena di negozi americana Big Rock Sports di gusto discutibile (presenta un orso inciso sulle cartelle e le sue orme sul tamburo).

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Il grilletto comanda un’azione mista, che richiede circa 2.000 grammi di pressione in azione singola e 5.500 grammi in doppia. Lo scatto è standard a eccezione dell’allestimento Performance Center

Tutte e cinque i Model 500 sono dotati di freno di bocca che differisce, però, in base all’arma e alla lunghezza della canna. Il modello da 4” è dotato di un compensatore sostituibile e viene fornito di 2 inserti pensati, alternativamente, per il tiro con palle in piombo e con palle camiciate; il modello con canna da 6,5” presenta invece un compensatore integrale a 6 fori, disposti a 30 gradi ai lati del mirino; la versione da 7,5”, ottimizzata dal Performance Center, adotta un dispositivo a 8 luci applicato alla volata; le armi con la canna più lunga, per concludere, sfruttano un compensatore intercambiabile a 12 luci (6 sul compensatore e altrettante fisse sulla bindella), la più sportiva, l’altra – quella che abbiamo utilizzato per la prova in poligono – un compensatore standard fornito di 3 sole ampie luci in posizione anteriore al mirino.

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L’asta dell’estrattore è incassata nella carena realizzata sotto alla canna. La chiusura anteriore del tamburo è effettuata da una sfera elastica disposta sul telaio che interagisce con il giogo. Sotto al giogo sono evidenziati, come consuetudine, modello e matricola dell’arma

 

Meccanica tradizionale

Il revolver Modello 500, trascurando le questioni dimensionali, utilizza la tradizionale meccanica d’ispirazione Smith & Wesson. Lo scatto è molto pulito (migliorato e dotato di trigger stop sul grilletto nell’arma del Performance Center) e in azione mista; il cane interagisce con il percussore solo a seguito dell’effettiva trazione del grilletto e non, per esempio, in seguito a un urto violento.

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Tutte le moderne Smith & Wesson dispongono di una chiusura a chiave che blocca scatto e tamburo. Il Model 500 non fa eccezione

Piuttosto varia la gamma di mire adottate: se la tacca è sempre di tipo micrometrico regolabile in alzo e derivazione, con la finestra eventualmente riquadrata in bianco per facilitare la collimazione, il mirino può essere di vari tipi, con o senza inserti colorati, a seconda della vocazione dell’allestimento; solo la versione più sportiva con canna da 8 pollici e tre ottavi porta un mirino ad alta visibilità con inserto in fibra ottica rossa. L’estrattore è del classico tipo a stella. La sicurezza è affidata al cane (a rimbalzo), a un dispositivo che si interpone tra cane e percussore e ad un sistema a chiave che equipaggia tutte le S&W di concezione moderna.

L’estetica dei 5 modelli 500 è condizionata dalla lunghezza della canna e dalla presenza di una lunga carenatura (corta solo nel caso dell’arma da 6,5 pollici) che ingloba il gambo dell’espulsore e dalle finiture, comuni per tutti gli allestimenti standard, che prevedono un trattamento di leggera spazzolatura sull’acciaio inox; la versione PC è totalmente satinata e offre una forma leggermente più spigolosa che ha consentito la realizzazione di tre fori filettati pensati per l’applicazione di una basetta e di un eventuale sistema di puntamento ottico supplementare. Comune a tutte le armi è l’impugnatura, marchiata Smith & Wesson ma prodotta da Hogue (modello Sorbothane) in un materiale elastico sintetico molto efficace nella dispersione del rinculo.

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Il classico estrattore a stella del Model 500. Il tamburo presenta solo 5 camere così da consentire un maggiore spessore delle pareti e una resistenza superiore alle pressioni d’esercizio

La prova a fuoco

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In posizione coassiale all’asse dell’estrattore è ricavato il perno elastico che provvede ad assicurare la chiusura posteriore del tamburo interagendo con il suo scudo

In poligono il Model 500 ha dimostrato quello che è il calibro prescelto… una belva rabbiosa. L’arma si impugna bene grazie alla dimensione dell’impugnatura, il peso non indifferente del telaio contrasta efficacemente il rinculo, il compensatore riduce in maniera sostanziale il rilevamento ma il .500 resta una brutta bestia. Violento, prepotente, scalcia come un mulo e sollecita il carpo, appena al di sotto della prima falange del pollice, con una sensazione decisamente spiacevole. Abbiamo utilizzato per la nostra prova il modello con canna lunga e compensatore a tre luci… non ci siamo arrischiati a provare l’arma con canna da 4” per semplice istinto di conservazione. Le sollecitazioni, si ripete, sono significative anche se dominabili al momento dello sparo come dimostra la rosata ottenuta dall’autore dell’articolo a 15 metri sparando a 2 mani. La rosata c’è ed è più che soddisfacente se si pensa alle necessità cui l’arma è vocata (tiro di caccia a brevi distanze).

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Sulla cartella destra è indicato il nome del modello che contraddistingue anche l’eccezionale calibro impiegato

Si narra che tiratori inesperti abbiano ricevuto l’arma sulla fronte (non avendola presumibilmente impugnata con sufficiente saldezza) oppure abbiano sparato due colpi in successione (in questo caso, avendo per riflesso condizionato serrato la stretta, una volta esploso il primo colpo); la prima eventualità è documentata da numerosi video postati su YouTube che fanno riferimento sia al modello 500 sia ad altre armi esuberanti. La seconda evenienza è purtroppo documentata in un incidente mortale avvenuto in un poligono di tiro degli Stati Uniti, nel Missouri, dove una giovane tiratrice ha esploso accidentalmente due colpi, con il secondo colpendosi sul viso.

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In definitiva, il Model 500 non è un’arma per tutti. Premesso che in Italia non offre destinazioni plausibili se non il collezionismo (ripetiamo, la caccia con armi corte è vietata per legge e fatichiamo – nonostante un certo sforzo di fantasia – a immaginare un direttore di tiro al poligono acconsentire all’uso di questa belva sulla linea di tiro una volta superata la curiosità iniziale), va comunque maneggiata da persone esperte, sufficientemente preparate a contrastarne il rinculo. Averci sparato, comunque, è una bella soddisfazione.

 


Il calibro .500 S&W Magnum

Era il 1971 e Smith & Wesson raggiungeva la ribalta cinematogrfica grazie a Clint Eastwood e alla sua prima interpretazione dell’ispettore Callahan: in Dirty Harry, Clint definiva il suo modello 29 “the most powerful handgun in the world” (la più potente arma corta del mondo) e, con questo, faceva desistere un rapinatore dall’intenzione di raccogliere la sua arma e sparargli. Questa frase, pronunciata in quell’anno, era una palese imprecisione in quanto il .44 Magnum era sì il calibro più potente al momento dell’introduzione del Model 29 (1955) ma non lo era più già dal 1957, con l’introduzione del .454 Casull, che sarà adottato per la prima volta da un revolver Freedom Arms una decina d’anni dopo e sarà offerto tra le armi di produzione industriale da Ruger e Taurus solo negli anni ’90. L’idea commerciale di proporre il revolver più potente al mondo è un pallino del produttore americano, che già nel 1934 si era potuto fregiare di questo primato in seguito all’introduzione del .357 Magnum. Scalzata da questa posizione, all’alba del nuovo millennio Smith & Wesson istituì lo X-Gun Engineering Team (composto da Brett Curry, Rich Mikuta e Tom Oakley) con l’obiettivo di riprendersi il primato. Il team stabilì dapprima le caratteristiche che la nuova cartuccia avrebbe dovuto possedere e successivamente contattò Cor-Bon, azienda leader nello sviluppo e nella produzione di munizionamento “prestante”, perché traducesse le sue indicazioni in un nuovo calibro che sparasse un proiettile di 0,5 pollici così da non essere classificato come “destructive device” dal National Firearms Act. Questo sarà appunto il .500 Smith & Wesson Magnum che verrà presentato al mondo allo Shot Show del 2003, dopo solo 11 mesi di studio, insieme al revolver Model 500. Le palle proposte attualmente da Cor-Bon sono di 3 grammature diverse così da produrre prestazioni importanti: 325 grani (550 m/s per 3.190 Joule), 400 grani (495 m/s per 3.184 Joule) e 440 grani (425 m/s per 3.552 Joule). Prestazioni che superano di un buon 15% quelle della seconda cartuccia commerciale attualmente più potente (il .460 Smith & Wesson Magnum, sviluppata nel 2005 dallo stesso produttore in collaborazione con Hornady). L’offerta commerciale proposta da vari produttori spazia tra i 265 grani delle palle più docili ai 700 di quelle più aggressive; i caricamenti intermedi, quelli con palle tra i 400 e i 440 grani, offrono prestazioni balistiche paragonabili a quelle di caricamenti slug a palla asciutta in calibro 12 e rendono il calibro idoneo alla caccia di tutte le specie europee ed americane, incluso il grizzly. Caricamenti superiori, dell’ordine di 500 grani e oltre, possono insidiare senza preoccupazione anche i più pericolosi animali africani a patto di mantenere la distanza di tiro entro limiti ragionevoli. Il .500 Magnum è camerato nei revolver Smith & Wesson, in specie in quelli contenuti nei cosiddetti Survival Kit. Il prezzo delle cartucce è piuttosto elevato a causa del costo delle materie prime e della scarsa diffusione del calibro e spazia, per la confezione da 20 colpi, tra i 36 euro delle munizioni Magtech con palla JSP da 400 grani e gli 82 euro delle Hornady con palla FTX da 300 grani. Per ridurre l’esuberanza del calibro così da sparare cartucce più miti nelle armi in .500 Magnum, nel 2004 Cor-Bon e Glaser hanno sviluppato su richiesta di Smith & Wesson il calibro .500 Special, che spara palle da 350 grani a velocità decisamente inferiori (340/380 m/s) che producono energie ridotte (approssimativamente tra 1.200 e 1.700 Joule).

.500 Smith & Wesson Magnum

Diametro massimo del proiettile: 12,7 mm (.500″)

Lunghezza massima della cartuccia (O.A.L.): 57,15 mm

Lunghezza massima del bossolo: 41,00 mm

Diametro del colletto: 13,4 mm

Diametro del fondello: 14,1 mm

Spessore del fondello: 1,4 mm

Pressione di esercizio (media massimale): 4.100 bar

Tipologia degli inneschi: Large Rifle Standard

Passo di rigatura tipico: 1 giro in 476,25 mm (1:18,75”)


Da Armi Magazine gennaio 2015