Avancarica: Davide Pedersoli Le Page, Mortimer e Kuchenreuter. Nate per vincere!

Avancarica: Davide Pedersoli Le Page, Mortimer e Kuchenreuter
: Riccardo Marzorati, una delle personalità più benvolute e rispettate del TSN di Milano, esegue alcuni test con il kit di conversione “ISE”, concepito per l’allenamento casalingo

Accuratezza progettuale, materiali di qualità, lavorazioni impeccabili sono caratteristiche fondamentali per le armi destinate alle competizioni, come le pistole Le Page, Mortimer e Kuchenreuter marchiate Davide Pedersoli e progettate per chi non vuole scendere a compromessi in gara

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Riccardo Marzorati, una delle personalità più benvolute e rispettate del TSN di Milano, esegue alcuni test con il kit di conversione “ISE”, concepito per l’allenamento casalingo

Per ottenere il meglio sulle pedane di tiro l’azienda italiana Davide Pedersoli propone, tra gli altri prodotti del listino, tre pistole particolari, famose già all’epoca per l’eccezionale precisione. Ci riferiamo, in particolare, alle pistole Le Page, Mortimer e Kuchenreuter che rappresentano, insieme con la pluri-premiata Mang in Graz, la punta di diamante delle repliche concepite per il tiro al bersaglio d’alto livello, disciplina che impone alle armi la costanza nel risultato prestazionale. Le tre pistole si differenziano, in modo più marcato, sotto il profilo ergonomico e per il bilanciamento: l’agonista, in definitiva, non ha che da impugnarle e scegliere il modello più confacente alle proprie caratteristiche bio-fisiche e alla propria sensibilità.

Le repliche di oggi

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Vista laterale della Le Page a percussione
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La comparsa della pistola Mortimer segnò, nella prima metà dell’Ottocento, una piccola rivoluzione in fatto di studi ergonomici applicati alle armi corte
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La pistola Kuchenreuter

Se fin dal primo sguardo le armi di cui ci occupiamo appaiono antiche occorre specificare che si tratta di pura apparenza: le repliche sono armi moderne a tutti gli effetti, soprattutto sotto il profilo della sicurezza. Le possibilità che offrono le moderne tecniche di progettazione, prototipazione e produzione industriale consentono al fabbricante d’individuare prima la via realizzativa migliore per raggiungere l’obiettivo prefisso e, poi, di raggiungere standard produttivi tali da ridurre moltissimo le differenze tra un esemplare e l’altro, tipiche invece della produzione artigiana. Le pistole Le Page, le Mortimer, e le Kuchenreuter originali erano gioielli di meccanica, pur in assenza di metodi scientifici di tecnica metallurgica; occorre specificare che si trattava di produzioni assai limitate in fatto di numero di esemplari commercializzati e che, attualmente, le possibilità di mettere le mani su di un esemplare originale in perfette condizioni di conservazione è un caso più unico che raro, oltre che molto costoso. I vantaggi della replica rispetto all’arma originale, in via pratica, si possono perciò riassumere in quattro punti: il disegno dell’arma (immutato rispetto all’originale); la sicurezza di utilizzo; il costo relativamente contenuto; l’assistenza dopo l’acquisto.

Materiali di prim’ordine

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Le canne Pedersoli rigate per brocciatura sono famose per l’estrema precisione

Molte armi moderne sono concepite in modo tale da contenere quanto più possibile il dispendio, in fase produttiva, di risorse materiali, economiche e di tempo: la produzione Pedersoli non segue questa tendenza. Le parti metalliche, in generale, sono ricavate per asportazione di truciolo da masselli forgiati e, successivamente, trattamenti termici ne migliorano le caratteristiche meccaniche di resistenza. I legni, quasi tutti in preziosa essenza di noce europeo, sono anch’essi ricavati da masselli stagionati selezionati, con le nervature interne disposte in modo tale da rendere il manufatto finale, di forma complessa, perfettamente in grado di contenere le sollecitazioni di sparo riducendo al minimo le deformazioni tipiche delle variazioni di umidità e temperatura. Inoltre, le versioni “Deluxe”, disponibili per ogni modello, sono ancor più curate sotto il profilo estetico e trasformano il prodotto finito in un manufatto non soltanto perfettamente funzionale ma anche di gran gusto, molto appagante alla vista.

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Particolare della tacca di mira della Mortimer

Lavorazioni scrupolose

Il legame delle repliche Pedersoli con le tecniche di lavoro tradizionali è molto accentuato: visitando i reparti produttivi degli stabilimenti di Gardone Valtrompia, può capitare di pensare che il tempo si sia fermato agli anni d’oro della fabbricazione armiera, quando erano gli uomini, più che le macchine, a produrre gli strumenti di tiro, veri gioielli di meccanica. Gli “operatori di banco”, gli addetti che lavorano in modo artigianale, senza cioè l’ausilio di macchine ed eseguendo certe lavorazioni totalmente a mano, godono di grande rispetto e la loro opera si può certamente apprezzare osservando con attenzione una qualsiasi delle armi di cui scriviamo.

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Le tacche di mira sono regolabili in alzo agendo su un’apposita vite: a ogni giro corrisponde un’escursione verticale di 0,5 mm

L’attività artigianale non riguarda però il 100% della produzione e determinati requisiti di standardizzazione qualitativa, uniti al raggiungimento di volumi elevati di produzione, rendono indispensabile l’utilizzo di macchine utensili all’avanguardia. La formula vincente della Davide Pedersoli, in un certo senso, consiste dunque nell’aver saputo abilmente coniugare il futuro e il passato delle tecniche realizzative armiere per consegnare agli appassionati prodotti di buona qualità.

Canne selezionate, stecher, mire regolabili

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La guardia con ricciolo poggia-dito è tipica francese e aiuta il tiratore nel contrastare l’appruamento dell’arma

I tubi di lancio della Le Page, della Mortimer e della Kuchenreuter, al top della produzione Pedersoli, meritano un approfondimento. I semilavorati in barre cilindriche sono masselli d’acciaio tipo PR80, la cui composizione chimica abbina alla base ferrosa percentuali di manganese, zolfo e piombo per favorire le operazioni di asportazione di truciolo. La presenza elevata di carbonio rende poi adatto questo materiale ai trattamenti termici di bonifica, che rendono il materiale molto più duro e resistente. Il ciclo di lavorazione che porta alla realizzazione delle canne finite è dunque scientificamente organizzato in modo tale da agevolare, da una parte, le operazioni di foratura, tornitura esterna, rigatura per brocciatura e lappatura e garantire, dall’altro, determinati livelli di resistenza meccanica del prodotto finito. Una canna perfetta tuttavia non deve essere soltanto ben lavorata ma anche perfettamente accoppiata agli altri elementi meccanici che compongono l’arma: perciò particolare perizia è utilizzata nell’unione dei tubi con le culatte e nelle operazioni di incassatura.

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L’addetto mostra l’acciarino di una Le Page abbinato al sistema di scatto. Gli aggiustaggi sono eseguiti a mano, con grande abilità e perizia

I sistemi di azionamento degli acciarini, che siano del tipo a pietra focaia o del tipo a capsula, si caratterizzano per lo schema a stecher mono-grillo, che permette di utilizzare due modalità differenti di scatto. In modalità a stecher disattivato, al solo grilletto è affidato il compito di liberare la catena di scatto, agendo per il tramite di una molla da comprimere. Con lo stecher attivato, invece, detta molla viene caricata, con una manovra semplicissima, fino a un punto voluto, in modo tale che corsa e peso di sgancio siano molto affievoliti stressando meno il tiratore.

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Una Le Page in fase di assemblaggio, quasi alla fine dell’iter costruttivo

Lo stecher mono-grillo è regolabile dallo stesso tiratore ma – citiamo le note del manuale d’uso – occorre agire con la massima prudenza per scongiurare spari accidentali: dopo ogni regolazione (ma sarebbe meglio agire periodicamente) è bene seguire scrupolosamente le indicazioni del produttore ed effettuare prove di sicurezza.

Le mire metalliche regolabili costituiscono un importante ausilio per il tiratore esigente e sono costituite da un mirino scorrevole lateralmente per la regolazione della deriva e da una tacca aggiustabile con un semplice cacciavite per la regolazione dell’alzo.

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L’acciarino flint-lock di una Mortimer, con sistema d’accensione completamente assemblato

Ad ogni giro di vite la tacca si sposta di 0,5 mm: tale valore costituisce un punto di riferimento prezioso quando si tratta di mettere a punto il proprio strumento di tiro dopo delle prove di rosata, esaltando l’abbinamento di una ricetta di carica vincente a un sistema di puntamento ben regolato. Le soluzioni meccaniche fin qui descritte accomunano le pistole di cui parliamo e le rendono praticamente perfette per il tiro al bersaglio.

Un sistema d’arma vincente

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Le armi di cui scriviamo si differenziano soprattutto dal punto di vista ergonomico, mentre sotto il profilo balistico sono invece perfettamente concorrenziali. Dall’alto, la Kuckenreuter, la Le Page, e la Mortimer

Salvo la Kuchenreuter, tutte le armi sono disponibili sia in versione a pietra focaia sia in versione a capsula e, se per ragioni di praticità saremmo portati a consigliare quest’ultima, non possiamo trattenerci dal dire che l’uso della pietra ha forse un fascino maggiore e, in presenza di risultati, dona al tiratore capace una soddisfazione immensa, che solo una vittoria in circostanze ardue sa dare. A livello teorico, a parte i tempi di sparo leggermente diversi, i due sistemi si equivalgono ma, in pratica, le differenze possono essere rilevanti: se la predisposizione del sistema a pietra non è eseguito in modo perfetto possono verificarsi degli inconvenienti di natura funzionale. L’uso delle armi a capsula dunque, riducendo le variabili in gioco, può essere più vantaggioso per il tiratore – sotto certi aspetti anche dal punto di vista degli stress – anche se questa nostra affermazione ha valore relativo e ci sono moltissimi tiratori di alto livello entusiasti dei loro sistemi flint-lock.

Chi si cimenta nella ricarica sa bene che tale pratica possiede un innegabile fascino ma, sotto il profilo competitivo, l’approdo ad una formula di assemblaggio impeccabile è irrinuncabile.

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Un bersaglio di prova aziendale ottenuto con una pistola Kuchenreuter cal. .38

In commercio non mancano certo i prodotti per ricarica ma chi meglio conosce una bocca da fuoco di chi l’ha progettata e costruita? La risposta della Davide Pedersoli al problema del munizionamento per armi ad avancarica è la produzione di appositi blocchetti fondi-palle abbinati a ognuna delle armi contenute in catalogo. Per i propellenti il discorso è leggermente diverso e i consigli della Davide Pedersoli ricadono su prodotti industriali di riconosciuta affidabilità e qualità: si tratta di polveri americane, svizzere, tedesche Po-wex e francesi Vectan, divise a seconda delle proprietà di combustione e idonee, in generale, all’utilizzo di ognuno dei prodotti commercializzati dall’azienda di Gardone.

Da Armi Magazine febbraio 2015 di G.Tansella e A.Wicks (A.A.I.)


 

Davide Pedersoli Le Page, Mortimer e Kuchenreuter

Produttore: Davide Pedersoli & C. Fabbrica d’armi, Gardone Val Trompia, tel. 030 891.50.00, www.davidepedersoli.com

 

Modello: Le Page Mortimer Kuchenreuter
Versioni: –       Maple a Percussione

–       Target Standard a Percussione

–       Target DeLuxe a Percussione

–       Target Standard a Pietra Focaia

–       Target DeLuxe Pietra Focaia

–       Standard a Percussione

–       Standard a Pietra Focaia

–       DeLuxe a Percussione

–       DeLuxe Pietra Focaia

–       Standard

–       Deluxe

Calibri (peso in kg): .31 (1,1) – .36 (1,1) – .44 (1,05) – .45 Smooth .36 (1,1) – .44 (1,0) – .44 Smooth (1,0) .38 (1,2) – .44 (1,2)
Lunghezza canna (mm): 250 – 260 – 260 – 266 255 285