È morto Gino Medici

È morto Gino Medici

A quasi 97 anni è morto Francesco Gino Medici, il decano degli incisori bresciani.

Dopo una lunga vita intessuta di lavoro e di arte ci ha lasciato Gino Medici, il decano degli incisori bresciani. Non è stato solo il fondatore della moderna scuola incisoria italiana: è stato molto di più. Nato a Ome (3 ottobre 1924) in provincia di Brescia in una famiglia di scalpellini lapidei che incidevano le lapidi cimiteriali, già in giovanissima età fu operaio alla Breda dove dimostrò subito la sua innata straordinaria capacità. Internato durante la guerra in Germania, raccontava che si era salvato incidendo anelli e fibbie per le guardie tedesche con degli attrezzi che si era costruito a mano da solo.

Appena tornato a Brescia, poiché gli stabilimenti Breda erano stati semidistrutti dai bombardamenti alleati, fu assunto dalla Luigi Franchi. Qua divenne in breve tempo la figura di riferimento per tutto il reparto incisioni. Oltre a saper incidere in modo meraviglioso, era un ideatore e sperimentatore di nuove tecniche per le quali creava da solo tutti i necessari strumenti. Per i fucili di serie di prezzo più contenuto introdusse la rullatura (anche per le scritte sulle canne) e la fotoincisione (specie per le carcasse dei semiautomatici), ottenendo risultati prima impensabili. Questo fece sì che Franchi potesse esportare – in particolar modo negli Stati Uniti – migliaia e migliaia di fucili incisi. Aiutandosi con macchinari sempre di sua creazione e costruzione, negli anni successivi ha poi eseguito alcune splendide incisioni a bassorilievo, specie a soggetto mitologico.

Sue le incisioni sulla Franchi Imperiale Montecarlo Extra

Nella storia dell’arte dell’incisione bresciana il suo nome resta indissolubilmente legato alle incisioni create per la doppietta Imperiale Montecarlo Extra di Franchi. Nel 1955 realizzò l’incisione K2, così chiamata per onorare la conquista di questa cima fino ad allora inviolata – l’aveva raggiunta l’anno prima la spedizione guidata da Ardito Desio – e per significarne la difficoltà realizzativa. In seguito realizzò l’incisione K3 a tralci, foglie e grappoli d’uva, destinata a diventare la classica incisione dell’Imperiale Montecarlo Extra. La sua attenzione si spostò poi nel campo della scultura e nella creazione di gioielli e di medaglie d’oro, alcune realizzate perfino per il Vaticano. La sua arte e la sua impronta resteranno a lungo patrimonio del mondo dei fucili italiani di più alta classe.

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