Furto della cassaforte con le armi, sentenza e commento

Furto della cassaforte con le armi, la sentenza: fucili in cassaforte a muro
© Miguel G. Saavedra / shutterstock

Incauta custodia: il porto d’armi è a rischio anche se oggetto del furto è la cassaforte con le armi, anche se ancorata al muro.

Anche se il ladro sottrae non le singole armi ma la cassaforte che le contiene, per quanto «ancorata al muro», subire un furto di questo tipo è un motivo sufficiente per legittimare la questura a procedere alla revoca della licenza.

Lo ha stabilito il Tar della Sicilia (sentenza 21/2024) respingendo il ricorso d’un cacciatore palermitano che aveva impugnato la decisione; per il Tar è infatti legittimo che «l’autorità di pubblica sicurezza possa ritenere l’interesse pubblico […] minacciato dalle circostanze»; e nelle sue valutazioni, per legge discrezionali, non si ravvisano «profili d’eccesso di potere», considerato che per il decreto di revoca del porto d’armi «non occorre uno specifico giudizio di pericolosità sociale del destinatario»: conta infatti soltanto «il pericolo che [si concretizzino] occasioni per l’utilizzo indebito dell’arma».

Il commento dell’avvocato Fabio Ferrari

Ogni qual volta ci apprestiamo a parlare della diligente custodia delle armi, confermiamo che si tratta di uno dei dilemmi più ricorrenti per i detentori. Che sono assillati dal problema e non lo sottovalutano. Tuttavia tentiamo di tranquillizzarli e di affrontare con raziocinio il problema. Oggi, dopo la sentenza numero 21/2024 del Tar della Regione Sicilia, cosa dovremmo consigliare? Forse di affidarsi alla buona sorte, collezionando amuleti per scacciare la sfortuna e il malocchio. Se passa il principio che in questi casi il ritiro della licenza è sempre possibile, pur in assenza e fuori dalla fattispecie del reato di omessa custodia di armi, non c’è molto da fare. Neppure chiudere dentro un armadio blindato tutte le nostre armi ci mette al riparo dalle sanzioni di tipo amministrativo: sembra incredibile. Una sentenza sorprendente, in quanto non vedo correlazione fra il subire un furto o una rapina e il criterio di affidabilità per continuare a detenere armi. Una sentenza che lancia in modo repentino e prepotente messaggi perniciosi ed errati, di segno contrario a quanto – invece – chiedono i legittimi detentori di armi. Vedersi rubare l’armadio blindato (saldamente fissato alla parete) è dunque una colpa, qualcosa di riprovevole e sanzionabile. A questo punto diventa, paradossalmente, inutile spendere soldi (parecchi) per comprarne uno: non serve a nulla… è un danno economico che si aggiunge a quello del furto delle armi e a quello (giusto, forse, per il Tar Sicilia, non per noi) di revoca della licenza di porto d’armi. Maggiori approfondimenti vi saranno nella sezione legale della rivista Armi Magazine”.

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