I giornali: limitate la diffusione delle armi

All’indomani della strage di Las Vegas non mancano i commenti di chi, anche in Italia, chiede delle restrizioni al Secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.

Come sempre accade, la strage di Las Vegas ha sturato una serie di riflessioni sulle leggi che regolano il possesso di armi negli Stati Uniti. Non si sono sottratte neppure le testate di casa nostra, che hanno dedicato al tema una serie di articoli.
La Stampa affida il commento a Paolo Mastrolilli. “In attesa di capire le motivazioni della strage di Las Vegas”, esordisce l’inviato a New York, “di sicuro non si sbaglia a dire una cosa: se finalmente gli Stati Uniti si decidessero a limitare la vendita delle armi, queste tragedie diventerebbero più difficili e forse più rare”.

Mastrolilli considera “completamente superata e anacronistica” la ratio che ispira il Secondo emendamento e ritiene che “la gente non [abbia] più bisogno di armarsi per proteggersi. Anzi, sarebbe molto più sicura se in giro non ci fossero così tante pistole e fucili, che finiscono nelle mani di squilibrati, odiatori di professione e criminali”. Non ci sarebbe neppure bisogno di discutere di limitazioni, scrive Mastrolilli, se “le armi fossero vietate”.

La verità è che “la lobby dei produttori, la National Rifle Association, è così forte, da tenere in pugno gli stessi politici. In particolare i repubblicani, ma anche diversi democratici. Sfrutta bene pure il tema culturale, sostenendo che gli americani hanno sempre avuto la libertà di armarsi, e lo stato non deve impicciarsi delle loro scelte private. E così continuano le stragi, qualunque siano le loro motivazioni”. Netta la chiusura dopo il commento politico sulla posizione di Donald Trump: “chi vorrà andare in strada ad ammazzare qualcuno continuerà ad avere la possibilità e il diritto di comprare le armi per fare strage”.

Di tenore simile l’analisi di Marco Valsania su Il Sole 24 Ore: il Secondo emendamento è “obsoleto e mal interpretato”, e “la combinazione dell’influenza della grande lobby delle armi e d’una cultura politica intrisa dagli omaggi al Secondo emendamento della Costituzione […] rendono riforme profonde una strada tuttora in salita in America”.