Monitoraggio della beccaccia con il cane da ferma: arriva il brevetto Enci

monitoraggio beccaccia
© David Stocchi
monitoraggio beccaccia
© David Stocchi

Su ogni numero di Beccacce che Passione riserviamo la pagina dell’editoriale per esprimere il nostro punto di vista su tematiche di gestione e politica venatoria…

… oppure per mettere a fuoco questioni di cinofilia legate al mondo della beccaccia e sollevare alcune riflessioni di carattere culturale relative all’attività venatoria in Italia e anche oltre confine. Insomma, facciamo il punto su quelli che percepiamo essere i temi caldi del momento.

Il regolamento Enci

Questa volta, invece, vogliamo dare visibilità a una notizia. In occasione dell’International Woodcok Conference, svoltasi lo scorso giugno a Firenze, l’Enci, rappresentato nell’occasione dal presidente del Consiglio regionale toscano dell’ente Riccardo Soderi, ha annunciato la messa a punto di un regolamento finalizzato al rilascio del brevetto per cane abilitato al monitoraggio della beccaccia, che si prefigge lo scopo di evidenziare i requisiti che i cani debbono esibire per poter essere utilizzati in azioni di monitoraggio della specie Scolopax rusticola (e anche di altra selvaggina di piuma); infatti, nel novero delle azioni messe in campo per una più efficace gestione della beccaccia, l’utilizzo del cane da ferma rappresenta, strategicamente, uno strumento efficace per la raccolta – e la successiva elaborazione scientifica – di informazioni sulla regina del bosco.

Le prove cinofile per ottenere il brevetto sono quindi da considerarsi attività cinotecniche che rivestono carattere di interesse collettivo, con l’obiettivo di attestare l’idoneità dei soggetti appartenenti alle razze da ferma per lo svolgimento dell’attività di monitoraggio, verificando, tra le altre cose, anche il livello di equilibrio psichico dei soggetti. Scopo delle prove di brevetto, pertanto, è la valutazione delle qualità naturali e del livello di addestramento (obbedienza compresa) dei cani presentati, che dovranno dimostrare sul terreno un’azione utile e funzionale allo scopo per il quale il brevetto viene rilasciato. Il collegamento con il conduttore e un’azione di cerca efficace sono ovviamente requisiti fondamentali per il superamento della prova di abilitazione.

In sintesi

In sintesi, il regolamento stabilisce che le prove di brevetto autorizzate Enci – che possono essere organizzate su tutto il territorio nazionale per iniziativa delle associazioni specializzate di razze da ferma e dei gruppi cinofili – debbano svolgersi in aree sufficientemente boscate, caratterizzate da buona diversità e densità faunistica, popolate abitualmente anche da selvaggina ungulata, così che possa essere testato il lavoro del cane, funzionale a un’azione di monitoraggio seria ed efficace. Tali prove non daranno luogo a classifica, ma solo a un giudizio di idoneità, e saranno giudicate da esperti giudici scelti fra quelli abilitati dall’Enci per le prove delle razze da ferma.

La partecipazione è aperta, in classe unica, a tutti i cani iscritti al Libro Genealogico appartenenti alle razze da ferma, di età non inferiore a 24 mesi. E’ considerato equipollente al brevetto il conseguimento di una qualifica di almeno Molto Buono in prova di caccia pratica o in prova specialistica su beccaccia.

Le prove di brevetto (esclusivamente senza sparo) possono svolgersi sia su selvaggina naturale che su selvaggina immessa e possono essere organizzate in terreno libero, Zrc, Afv, Aatv, aree addestramento cani. Il brevetto non può essere rilasciato senza la verifica del comportamento sulla ferma e sull’involo del selvatico; per facilitare questa valutazione, è consentita l’immissione di selvaggina nel rispetto delle normative in materia.

I cani concorrono sempre in turno singolo (venti minuti; il turno potrà essere interrotto prima dello scadere del tempo per palese inidoneità del cane o a causa del comportamento non corretto del conduttore) e non sono previsti turni di richiamo.

La valutazione del lavoro del cane è riferita alle sue qualità naturali, al collegamento e al livello di addestramento. La mancata correttezza al frullo non è motivo di penalizzazione, purché il cane non si sottragga prolungatamente al controllo del conduttore, mentre la forzatura dell’involo determina l’eliminazione del soggetto. Il turno del cane che insegue la lepre o ungulati in genere viene interrotto e il cane viene eliminato. L’autonomia della cerca (che dovrà consentire un’esplorazione metodica del terreno) è dote principale richiesta al cane se non degenera in indipendenza incontrollata.

Il testo completo del regolamento è scaricabile dal sito della Regione Toscana (www.regione.toscana.itbrevetti Enci).

Questo regolamento ha come scopo principale quello di garantire che siano impegnati nel monitoraggio della fauna selvatica cani effettivamente capaci e di selezionare allo scopo soggetti appartenenti alle varie razze da ferma che esprimano buone qualità naturali, ausiliari che queste verifiche zootecniche metteranno, quindi, in evidenza e che potranno essere, a ragione, considerati per il futuro delle razze cui appartengono.

Per ora così è stato fatto, ai posteri l’ardua sentenza.

© Viviana Bertocchi – editoriale Beccacce che Passione 5 2017