Richiami vivi e caccia acquatici: Federcaccia e Acma scrivono al ministero della Salute

richiami vivi

richiami viviAncora mantenuto il divieto di utilizzo dei richiami vivi per gli acquatici. L’Ufficio avifauna migratoria Federcaccia e l’Acma sollecitano il ministero della Salute.

I numerosi casi d’influenza aviaria registrati in estate hanno indotto il ministero della Salute a mantenere il divieto di utilizzo, sebbene con alcune difficoltà interpretative, dei richiami vivi degli ordini degli Anseriformi e Caradriiformi.

L’Ufficio avifauna migratoria Federcaccia e l’Acma ritengono ormai del tutto eccessivo questo divieto, sia per l’apparente immotivata estensione a tutto il territorio nazionale (oggetto di una delle richieste di chiarimento), sia per l’evidenza che la trasmissione del virus è avvenuta in periodo di totale non utilizzo dei richiami e a caccia chiusa. 

Secondo l’Ufficio avifauna migratoria e Acma non sono i richiami i responsabili della diffusione del virus: i casi negli allevamenti intensivi sono da attribuirsi a scarsa applicazione delle misure di biosicurezza, previste da tempo dalle stesse circolari del ministero.

Ancora più incomprensibile è che il divieto sia stato imposto (salvo chiarimento richiesto) in tutta Italia, proprio quando sono state identificate le “zone ad alto rischio”, e questo significa che vi sono intere regioni e aree macroregionali del tutto escluse, ma nelle quali il cacciatore di acquatici è ugualmente penalizzato.

In Italia inoltre, non è stato attuato il monitoraggio sugli uccelli selvatici, richiesto dall’Unione Europea, che potrebbe accompagnare la deroga che consente l’uso dei richiami, con i cacciatori pronti a contribuire al progetto.

Per Federcaccia e Acma vi sono molte evidenze che dimostrano un’interpretazione molto restrittiva per i cacciatori da parte del ministero, quando l’Europa permetterebbe la riapertura, sempre con le condizioni di sicurezza cui da anni i cacciatori italiani sono abituati: anelli, registri, dichiarazioni di detenzione e utilizzo e altro ancora.

Per questi motivi l’Ufficio avifauna migratoria e l’Acma hanno inviato una lettera al ministero e richiesto un incontro urgente presso l’Istituto zooprofilattico delle Venezie.