Riforma del Coni, il tiro a volo con Malagò

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Il presidente Fitav Luciano Rossi si schiera con Giovanni Malagò contro la proposta di riforma del Coni partorita dal governo Conte.

«Non possiamo renderci complici di un’azione che porterà alla devastazione»: così parlò Luciano Rossi, presidente Fitav, commentando il progetto di riforma del Coni. Le parole del numero uno del tiro a volo italiano sono state affidate al sito ufficiale subito dopo il consiglio nazionale del Comitato olimpico. Secondo la Fitav, la riforma del Coni proposta dal governo Conte rischia di far saltare in aria l’equilibrio su cui si fonda lo sport italiano. Di cui così verrà meno anche la «funzione sociale». Pertanto la Federazione, fanno sapere dai vertici, condivide «pienamente» l’ordine del giorno approvato e la delega a Giovanni Malagò: il presidente del Coni sarà sostenuto «in ogni passaggio». Malagò ha ricevuto il mandato di trattare col governo per preservare l’autonomia dello sport italiano.

L’obiettivo principale è far modificare il testo della legge di bilancio che disciplina la riforma del Coni. In subordine, si punta a ottenere un rinvio dell’applicazione. A favore di Malagò ha votato l’intero consiglio nazionale del Coni con l’esclusione di Claudio Barbaro, il senatore della Lega presidente dell’Asi.

La riforma del Coni del governo Conte

È l’articolo 48 della legge di bilancio che si discuterà in parlamento nelle prossime settimane a modificare il funzionamento del Coni. Anzi: a modificarne il funzionamento, per certi versi il nome e soprattutto la gestione della cassa.
Già, perché “Coni Servizi spa” diventerà “Sport e Salute spa”. Il suo presidente e i consiglieri saranno nominati dal ministero dell’Economia e delle finanze, “su designazione dell’autorità di governo competente in materia di sport, sentito il Coni”. E soprattutto sarà la nuova società a provvedere al finanziamento delle diverse federazioni sportive nazionali con un fondo di almeno 370 milioni. Al Coni resteranno soltanto 40 milioni per la preparazione olimpica.