Saba Caratterizzata da un’eleganza classica, costruita accuratamente e fondata su una meccanica ampiamente collaudata, la doppietta Saba ha un’eccellente distribuzione dei pesi e si propone come una valida compagna per gli appassionati di ogni tipo di caccia.

La doppietta Saba, uno dei cavalli di battaglia di Sabatti, è costruita in tutti i calibri (12, 20 e 28), anche in versione Slug per l’impiego di cartucce a palla, adatto per la caccia al cinghiale, e abbina una linea molto accattivante a un fascino sobrio, arricchito da incisioni sui fianchi e sul petto di bascula, finita color argento vecchio. Può essere dotata di diversi tipi di calciature e di aste; benché la nostra preferenza vada al modello all’inglese che, a nostro giudizio, meglio corrisponde alle classiche linee estetiche di una fucile a canne giustapposte, il modello in prova era dotato di un calcio a pistola.

Primo contatto

Una volta assemblata, la Saba si dimostra un fucile molto ben lavorato, dotato di una meccanica esente da pecche e destinata a durare nel tempo. Le finiture prevedono incisioni con festoni floreali su entrambi i fianchi di bascula e sul petto. Il suo costo di 1.593 euro la colloca nella fascia media di questo tipo di fucili ed è assolutamente giustificato dalle caratteristiche meccaniche e balistiche che la Saba può vantare e dalla sua eccellente distribuzione dei pesi.

Brandeggio e prova a fuoco

Il peso complessivo della doppietta da noi rilevato è di 3.088 grammi: non è dunque un vero e proprio peso leggero, ma come contropartita si ha un’ottima stabilità sia nei movimenti di brandeggio sia alla risposta dell’esplosione dei colpi che è stata soddisfacente, con un rinculo che si è scaricato in buona parte per vie orizzontali interessando poco o nulla il viso, e lasciando saldamente fisso fra le braccia il fucile.

La Saba ha dimostrato in pratica le doti balistiche mettendo anche il luce un ottimo equilibrio, che ha permesso di seguire senza problemi tutte le traiettorie dei bersagli. Il fatto che sia una doppietta e che quindi la linea di mira sia abbastanza atipica per chi è abituato alle canne sovrapposte, non ha costituito un intralcio, anzi: vedere le due canne appaiate e la bindella che ne segue il percorso ha in qualche modo aiutato a inquadrare i bersagli. Ciò, naturalmente, sarebbe stato molto più complicato se si fosse usato un campo di piattello fossa, ma i bersagli del percorso di caccia in cui l’abbiamo messa alla prova simulano in qualche modo il volo dei selvatici; anche il fatto di partire con il fucile all’anca aumenta la sensazione di un tiro “alla cacciatora”, così le due canne appaiate che compaiono all’occhio quando si appoggia il viso sul calcio non sono affatto un handicap.

La Saba è stata in grado di eseguire ottime coppiole sui doppi lanciati e si è dimostrata arma sufficientemente docile in qualsiasi circostanza, pronta a seguire le traiettorie impostegli senza alcun tentennamento, proponendosi così come una compagna ideale per qualsiasi tipo di caccia.

© Gianluigi Guiotto