Tassazione dei premi per gli sportivi dilettanti, lettera di Rossi ad Abodi

Tassazione dei premi per gli sportivi dilettanti, lettera di Rossi ad Abodi: medaglia primo posto
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Luciano Rossi, presidente della Fitav, ha scritto al ministro Abodi per chiedergli di revisionare il regime di tassazione dei premi per gli sportivi dilettanti.

La scelta migliore sarebbe eliminare la tassazione dei premi destinati agli sportivi dilettanti, in subordine prevedere un’esenzione fino a 300 euro per ciascuna vittoria: non c’è pericolo di fraintendere la richiesta contenuta nella lettera che Luciano Rossi, in qualità di presidente della Fitav (lo è anche dell’Issf), ha scritto ad Andrea Abodi, ministro dello Sport; la si può leggere, integrale, sulla pagina Instagram della stessa Fitav. La normativa impone infatti una ritenuta pari al 20%; al momento è in vigore un regime transitorio che esclude chi ha vinto meno di 300 euro nel corso dell’anno.

Rossi ne approfitta anche per contestare il valore della soglia d’esenzione, che sui giochi di Stato la legge fissa 200 euro più in su: non se ne capisce il motivo, considerato anche che per lo sportivo dilettante, dietro la cui vittoria c’è un allenamento costante e non soltanto la fortuna, il premio «di fatto rappresenta un parziale rimborso spese per quanto ha già anticipato, e non certo una fonte di reddito».

È dunque necessario che il governo dia attuazione concreta all’idea che lo sport abbia «valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico», mentre «la ludopatia è uno dei mali della nostra epoca: non è ammissibile che lo Stato la incoraggi, preferendola alla pratica sportiva».

Un’ingiustizia e una complicazione

Rossi segnala inoltre l’aggravio di burocrazia per le società e le associazioni sportive del territorio, «quasi sempre gestite da volontari e appassionati, non certo preparati a gestire un carico ulteriore di pratiche amministrative come le migliaia di autocertificazioni degli atleti che dichiareranno di non aver percepito più di 300 euro durante l’anno»; i gestori si ritrovano «oberati di una burocrazia eccessiva e del tutto inutile, che inevitabilmente sottrae tempo e risorse al loro compito primario, ossia garantire il corretto svolgimento delle manifestazioni sportive».

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