Anpam: “Ingiusti gli attacchi a Lara Comi”

Lara Comi Europa
Archivio Shutterstock / Anton Watman

“Eccessive le strumentalizzazioni verso chi si è sempre mosso a favore del settore”. Lo afferma l’Associazione dei produttori di armi e munizioni dopo che la Commissione IMCO ha approvato la Direttiva Armi.

Anpam Ingiusti gli attacchi a Lara Comi
Archivio Shutterstock / Anton Watman

L’Anpam difende Lara Comi dalle “eccessive e ingiustificate strumentalizzazioni dopo l’approvazione della Direttiva Armi da parte dell’IMCO.
L’Associazione dei produttori di armi e munizioni ricorda che il testo è frutto di una mediazione tesa a evitare il maggior numero di restrizioni.
Il testo votato a dicembre “non poteva che non essere confermato in questa fase”, ritiene l’Anpam. Qualora non fosse stato approvato, il settore sarebbe andato incontro a una serie di criticità.
Bando delle armi della categoria B7 e inserimento dei caricatori nel novero delle parti essenziali sono solo alcuni delle possibili restrizioni evitate dal compromesso.

“Lara Comi? Sempre disponibile ad ascoltare e a migliorare il testo originario”

“Non è pensabile ottenere un accoglimento totale delle richieste del settore. Soprattutto in considerazione del fatto che la controparte del trilogo è rappresentata dai governi di 28 Stati membri, dalla Commissione Europea e da alcuni gruppi politici avversi al nostro settore”. È uno dei motivi principali per cui l’Anpam difende chi, come Lara Comi, si è reso disponibile “ad ascoltare e contribuire al sostanziale miglioramento del testo proposto dalla Commissione”. L’Anpam non può pertanto condividere che venga attaccato chi svolge la propria attività a favore del comparto.

Verso il recepimento della Direttiva Armi

Lo sguardo è già rivolto al futuro. Alla recezione della Direttiva a livello nazionale, soprattutto. E come verrà normata la detenzione domestica delle armi. Ciò richiederà una una particolare attenzione “nel dialogare con le istituzioni”. L’obiettivo è “trovare delle soluzioni sostenibili a tutela della produzione, commercializzazione e detenzione legale delle armi”. Le questioni esulano dalle competenze dell’Unione Europea e “devono essere risolte a livello nazionale in ogni singolo paese membro”.