Aviaria, vietato l’uso di richiami vivi

Aviaria, vietato l'uso di richiami vivi
Archivio Shutterstock / Menno Schaefer

La positività di un fischione al virus dell’aviaria ha indotto il Ministero della Salute a vietare l’uso a caccia di anseriformi e caradriformi

Torna il pericolo aviaria e il Ministero della Salute vieta l’utilizzo di richiami vivi. La sospensione della deroga all’utilizzo di anseriformi e caradriformi durante la caccia è scattata dal 30 dicembre 2016.

Aviaria, vietato l'uso di richiami vivi
Archivio Shutterstock / Menno Schaefer

Negli ultimi giorni di dicembre l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha rilevato la presenza del virus dell’aviaria in un fischione. L’uccello era stato trovato morto a Grado, in provincia di Gorizia. Le analisi hanno messo in luce la positività al virus influenzale A, sottotipo H5N5, ad alto tasso di patogenicità.

E così i cacciatori, il cui ruolo centrale era già stato evidenziato da FACE, sono di nuovo chiamati a svolgere un compito rilevante. Stavolta evitando di usare richiami vivi. Anche perché il Ministero sta prendendo iniziative per scongiurare l’introduzione della malattia anche nella popolazione domestica.

Il tentativo di circoscrivere l’influenza aviaria

Negli ultimi mesi sono stati riscontrati diversi episodi di contagio in quattordici Paesi europei oltre all’Italia. La malattia ha colpito infatti Austria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Romania, Serbia, Svizzera, Ungheria e Svezia. E si sono contati 498 casi di aviaria, dei quali 214 focolai nel pollame domestico e 247 nell’avifauna selvatica.

I detentori e i proprietari del pollame sono tenuti a mantenere una netta separazione tra pollame domestico e fauna selvatica. E l’obbligo vale sia a livello commerciale sia rurale.

Coinvolte anche le istituzioni locali, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano nella sorveglianza passiva dell’influenza aviaria. Risulta necessario conferire agli Istituti Zooprofilattici decentrati esemplari di avifauna trovati morti. E si fa particolare riferimento alla presenza di mortalità anomala (più di un soggetto nella stessa zona di rilevazione) di anatidi selvatici”.

In Veneto sospesa la caccia in deroga

Il Veneto ha immediatamente sospeso ogni tipo di caccia in deroga per evitare l’aumento dei rischi di diffusione della patologia. L’assessore Giuseppe Pan (Lega Nord) ha confermato la già avvenuta attivazione dei protocolli sanitari e si è impegnato ad avvisare le associazioni venatorie. Pan ritiene che la vigilanza venatoria possa fare la differenza nella lotta contro la malattia. Se non si considerano i cacciatori come consumatori del patrimonio faunistico, si può valorizzare il ruolo sociale della caccia.