Bonafede: no alla liberalizzazione delle armi

Bonafede sulla liberalizzazione delle armi
(foto tratta dal sito ufficiale della Camera / Umberto Battaglia)

Intervenuto nel corso del question time alla Camera, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle) ha ribadito di dover tenere separate riforma della legittima difesa e liberalizzazione delle armi.

Bonafede alla Camera: no alla liberalizzazione delle armi
(foto tratta dal sito ufficiale della Camera / Umberto Battaglia)

Un conto è la riforma della legittima difesa, ineludibile, un altro la «liberalizzazione delle armi». Il governo non avverte alcuna necessità di intervenire in questo senso, ha chiarito il Guardasigilli Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle) durante il question time alla Camera. La normativa che disciplina detenzione e porto d’armi rappresenta infatti uno «strumento irrinunciabile nella lotta alla criminalità», ha aggiunto il ministro della Giustizia.
L’Ansa riporta inoltre il commento di Francesco Urraro, senatore 5 Stelle in commissione Giustizia, sulla riforma della legittima difesa, il cui iter parlamentare è iniziato oggi. Ci vogliono «un’adeguata valutazione» e un’analisi approfondita delle norme in vigore e delle proposte da esaminare. Bisogna arrivare, nota Urraro, a una sintesi tra efficacia della legge e «piena sicurezza dei cittadini». Le garanzie costituzionali stanno a ricordare che non ci si può muovere «nel solco dell’onda emotiva».

Maullu: affondo a orologeria della lobby anti-armi

Nel frattempo prosegue la polemica politica scatenata, oltre che dall’attualità, da una serie di articoli di Repubblica. Il quotidiano ha ripescato l’impegno assunto da Salvini con i produttori di armi nel corso di Hit Show. L’europarlamentare forzista Stefano Maullu parla di «affondo a orologeria in piena regola» contro la presunta lobby delle armi. Con un obiettivo chiaro: «ostacolare l’iter di riforma della legittima difesa». Maullu la ritiene una «crociata anti-armi» finalizzata a «bloccare la conquista di un diritto fondamentale», ossia la possibilità di difendersi. La lobby più pericolosa è, secondo Maullu, «quella degli antiarmi e della loro retorica». In un Paese civile, conclude, il possesso legale di armi non può essere messo in discussione.