Depressione e porto d’armi: la sentenza

Depressione e porto d’armi
© Aonprom Photo / shutterstock

Può vedersi respinta la richiesta di porto d’armi chi, anche se guarito, in passato ha sofferto di depressione.

Se in passato s’è sofferto di depressione si possono trovare ostacoli insuperabili nell’ottenere il porto d’armi, anche se «allo stato attuale la patologia è stata superata» e un medico ha certificato la guarigione prima che si chieda il rilascio della licenza. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenza 8027/2022) respingendo il ricorso di una cacciatrice calabrese contro quanto deciso dalla questura e dal Tar.

È chiaro che la depressione non deve comportare uno stigma sociale verso chi ne soffra o ne abbia sofferto; ma l’amministrazione deve tenerne conto quando valuta l’affidabilità di colui o colei che richiede il rilascio della licenza, «al fine di tutelare innanzitutto [la sua] l’incolumità».

Leggi le news, gli approfondimenti legali e poi tutti i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.