Fausti Arms taglia il traguardo dei 75 anni

Fausti Arms taglia il traguardo dei 75 anni

A Iwa 2023 Fausti Arms ha festeggiato un compleanno importante: i 75 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1948 per opera del cavaliere Stefano Fausti, padre delle attuali proprietarie, Elena, Giovanna e Barbara.

Fausti 75esimoNel 1948 il nostro Paese era in fermento: c’era da ricostruire tutto quello che la guerra aveva distrutto. Sulle macerie c’è chi si rimboccava le maniche e fa la sua parte per cancellare gli anni bui e creare benessere. Per sé e per la propria comunità.

Tra questi un giovane Stefano Fausti, che nel 1948 inizia a creare i suoi primi fucili, doppiette a cani esterni, classiche nella forma e nella sostanza. Fatte rigorosamente a mano «senza contare le ore di lavoro», come raccontano ora Elena, Giovanna e Barbara, le figlie di Stefano che da anni tengono saldamente in pugno le redini dell’attività familiare.

L’eleganza e la solidità delle prime creazioni trovano un riscontro molto positivo tra i più raffinati appassionati europei e americani di caccia e collezionismo, che iniziano a fare la spola con Marcheno per farsi realizzare l’arma dei propri sogni.

La fama di Fausti Arms  si diffonde e in breve, siamo negli anni Sessanta con l’Italia che finalmente si è scrollata di dosso le macerie e vive quel boom economico che la porterà ad essere una potenza industriale, la produzione raggiunge vette importanti.

fausti aziendaLa nazione recupera lo spirito creativo che le è consono e per Stefano, nominato nel frattempo Cavaliere del lavoro, sono anni di grande impegno. Sono di questo periodo le partecipazioni alle prime grandi fiere internazionali di settore cui si deve la crescita della reputazione del marchio.

Il laboratorio dove tutto era iniziato si espande per assumere le forme di un’industria. Ma cresce anche la famiglia di Stefano con la nascita delle tre figlie che oggi guidano il marchio e che dal padre saranno presto introdotte alla caccia e all’attività aziendale.

Innovazione e tradizione

Sono anni di cambiamenti, ma quello che non cambia è l’attenzione che la nuova realtà industriale pone nei suoi prodotti: alle potenzialità offerte dalle conquiste tecnologiche, sia in termini di materiali che di metodologia di produzione, continuano ad affiancarsi l’antica sapienza artigianale connaturata alla Valle e lo stretto legame con la tradizione armiera del bresciano.

Così, crescendo di dimensioni, l’azienda non si snatura, non tradisce il suo spirito e conserva l’appeal che l’ha contraddistinta fino a quel momento agli occhi della sua clientela.

La produzione e la gamma evolvono insieme così come matura l’idea di un’imprenditorialità al femminile che non ha moltissimi altri esempi in Italia. Anzi, considerando il particolare segmento industriale, a torto o a ragione considerato maschile, la guida imprenditoriale delle sorelle Fausti costituisce un unicum tale da diventare un caso di studio.

Elena, Giovanna e Barbara hanno portato in azienda uno sguardo nuovo, sempre attento alla qualità e alla creatività del prodotto. A loro si deve, ad esempio, il lancio in tempi non sospetti – oggi tutti lo fanno – e il successo dei piccoli calibri, un modo nuovo e più etico di intendere la caccia così da avvicinare a questa pratica tradizionale le nuove generazioni di giovani cacciatori e, soprattutto, di cacciatrici.

Una realtà internazionale

Fausti arms 75esimo
Le sorelle Barbara (a sinistra) e Giovanna Fausti, proprietarie dell’azienda di famiglia con sede a Marcheno (Bs)

Oggi Fausti Arms è una realtà globale, con sedi negli Stati Uniti (Fausti Usa, inaugurata nel 2009) e nel Regno Unito (Fausti Uk, 2016) dedicate all’assistenza degli acquirenti dei due mercati più significativi per il marchio. A proposito: il restyling del logo aziendale è avvenuto nel 2021. Lo stemma Fausti originale, che costituiva la “firma” di tutte le prodotti della linea, è stato sostituito con un monogramma pulito, ordinato e dalle linee moderne.

Le linee semplici e stilizzate rappresentano con eleganza la ‘F’ di Fausti e specchiandosi l’un l’altra, creano un palco di cervo, suggestivo richiamo alla forza della natura, ambìto trofeo e il simbolo dell’animale associato a Sant’Uberto, patrono e protettore di tutti i cacciatori.

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