Fino in Cassazione per i coltelli da cucina

Fino in Cassazione per i coltelli da cucina: mannaia
© ff-photo / shutterstock

Se bisogna arrivare in Cassazione per capire se durante un trasloco sia lecito il porto di una mannaia e di coltelli da cucina, è chiaro che il sistema ha dei problemi.

Interviene la Cassazione per assolvere due persone che, durante un trasloco, vengono fermate alla stazione di Milano e denunciate perché hanno nel bagaglio coltelli da cucina e una mannaia. Sembra una barzelletta, invece è tragica e cruda realtà. Tralascio gli aspetti squisitamente giuridici della vicenda; gli errori degli operatori delle forze dell’ordine e dei giudici di primo e secondo grado rivelano le falle di un sistema che si accanisce contro il cittadino innocente.

Il fallimento della giustizia

Possibile che nessuno abbia accertato la differenza fra arma e strumenti atti a offendere? Possibile che nessuno abbia valutato che esisteva un giustificato motivo (il trasloco in atto) per farli uscire dall’abitazione? Le stazioni del capoluogo lombardo sono un presidio di illegalità, luoghi di spaccio di ogni sostanza illecita, terreno preferito dai borseggiatori, teatro di regolamento di conti fra bande che i coltelli li usano davvero per ferire e uccidere. Ben vengano i controlli delle forze dell’ordine, talmente esigui da costringere il presidente della Regione a richiedere l’intervento dell’esercito (fatto già avvenuto in passato con buoni risultati).

Il problema è che tre processi costano, a chi li subisce e allo Stato, e che la Cassazione dovrebbe occuparsi di reati ben più gravi. Possibile che non ci sia un danno risarcibile? Una pacca sulla spalla e si ricomincia contro qualche altro poveretto. Questa sentenza rappresenta il fallimento della giustizia; se dobbiamo arrivare in Cassazione per stabilire cose elementari, significa che non c’è preparazione sufficiente. Se avessi sostenuto queste tesi all’università (in via personale, non in nome del popolo italiano), non sarei arrivato alla laurea; per non parlare della severità dell’esame di abilitazione, dove passava il 35% (se andava bene) dei candidati (e anche così erano troppi). Leggere tali notizie alimenta un senso di impotenza e di rabbia; passa anche la voglia di riderci sopra.

Leggi le news, gli approfondimenti legali e tutti i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.