Francesco Costa (Il Post) su armi e violenza in America

Costa (Il Post) su armi e violenza in America - revolver davanti a bandiera americana
© Dean Zangirolami / shutterstock

Nell’ultimo invio della newsletter «Da Costa a Costa» Francesco Costa, direttore del Post, scrive che in America più che alla diffusione delle armi i problemi sono legati al rapporto della popolazione con la violazione.

Era inevitabile che nella discussione scatenata dall’omicidio di Charles Kirk, che sulla questione aveva una posizione in linea col proprio profilo politico, entrassero valutazioni sulla diffusione delle armi in America.

È interessante il punto di vista di Francesco Costa, direttore del Post e uno dei massimi esperti italiani della società americana, che nell’ultimo invio della sua newsletter «Da Costa a Costa» scrive che «il peccato originale negli Stati Uniti non sono nemmeno le armi, bensì più in generale il rapporto della popolazione con la violenza: un rapporto del quale le leggi scellerate sul possesso di armi sono solo il più assurdo e tragico dei sintomi. [Questo] rapporto con la violenza per noi è del tutto incomprensibile, perché frutto di una storia e di una cultura per noi lontanissima. Ma in America morire è più facile, più banale, più casuale che altrove».

Segue la statistica sulle morti violente, spaventosa se paragonata ai dati europei. «Non ci sono simili squilibri per i reati contro la proprietà o contro la pubblica amministrazione, per quelli legati allo spaccio di droga o per l’evasione fiscale» scrive Costa. «Li ritroviamo invece se guardiamo ai reati violenti anche escludendo gli omicidi: aggressioni, rapine a mano armata, stupri».

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