Le bindelle dei fucili da tiro

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Ognuno ha la sua soluzione, la “ricetta” migliore; Fabarm propone un sovrapposto della serie Axis dalla bindella rapidamente sostituibile (Qrr) con un’altra in dotazione, di misura diversa e con un Poi diverso

Alte o basse? Annoso dilemma. Non stiamo parlando di donne, ma di un particolare che su un campo di tiro può essere persino più importante: le bindelle dei fucili da tiro!

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Partiamo da un concetto basilare; per sparare bene, non sempre è necessario disporre di una bindella alta… Qui raffigurato è il fucile top di gamma Beretta nella linea tiro, il Dt 11 nella recentissima versione Black Edition. La bindella è in fibra di carbonio, ma di dimensioni normali

È un dato di fatto; le continue complicazioni burocratiche, i divieti, le limitazioni e quanto di bizzarro viene talvolta applicato al campo della caccia non fa altro che “svogliare” i cacciatori.

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Chi opta per la soluzione bindella alta unitamente ad altre possibili regolazioni e vuole rimanere in Beretta, ambito dei sovrapposti, ha l’imbarazzo della scelta; nella foto uno degli ultimi nati, il 692 X-Trap

Che sempre più di frequente affiancano i tiratori di pedana negli impianti di tiro a volo, magari per farsi un Percorso di caccia. Non ci trovo nulla di male, anzi; un po’ di sano esercizio può risultare utile anche all’attività venatoria. Tanto più che il progresso di munizioni e armi dedicate ha permesso il proliferare di neofiti che si affacciano per la prima volta su un campo di tiro.

 

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Con un sistema molto semplice e a prova di errore, la bindella sui fucili Beretta si può regolare in diverse posizioni; nella foto la regolazione a scatti della porzione anteriore della bindella, per variare il Poi

Naturalmente la raccomandazione è sempre la stessa, vale a dire quella di rivolgersi subito ad un maèstro di tiro che vi correggerà l’impostazione (o meglio ancora vi imposterà per la prima volta), elemento essenziale per potersi poi divertire sui piattelli. Niente di peggio che un amico “sedicente” esperto che vi insegna una posizione sbagliata… Giusto per affrontare in leggerezza un argomento da bar, parliamo invece delle bindelle dei fucili da tiro (intendendo con fucile da tiro un fucile che viene utilizzato sulle pedane, siano esse quelle del Trap, dello Skeet, dell’Elica o semplicemente dello Sporting).

Da moda a esigenza

Qualche anno fa tutti i tiratori, esclusi forse gli americani e il campione olimpico di Double Trap ad Atene 2004, il principe degli Emirati Arabi Uniti, nonché membro della famiglia reale di Dubai Ahmad Al Maktoum, si rifiutavano categoricamente di utilizzare una bindella alternativa a quella standard.

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L’autore alle prese con un piattello in rapida ascesa sul campo di Lonato (Bs), con un Dt 11; la testa è tenuta in posizione decisamente elevata, grazie anche alla regolazione del nasello. Questo consente una migliore visuale del piattello e del campo di gara, ma il rischio è anche quello di… distrarsi, perdendo la concentrazione

Poi, con il passare del tempo, quella che dapprima era una moda, un vezzo, è diventata una vera e propria esigenza per molti tiratori. Se nel mondo della caccia e dell’attività venatoria in genere si cominciano a vedere sempre più spesso quelle bindelle con scalino (o step), che aiutano il cacciatore nell’acquisire il bersaglio (selvatico), in particolar modo quelli che tendono a salire (montare), nel mondo del tiro a volo hanno fatto la loro comparsa bindelle di ogni tipo, foggia e dimensioni, ma tutte caratterizzate e accomunate da una caratteristica: l’altezza.

La corretta impostazione

Pure il sottoscritto, anche se si può parlare di un tiratore “all’acqua di rose”, si è progressivamente convertito all’utilizzo di fucili con la bindella alta. Sapete perché?

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Quasi tutte le Case hanno a listino una versione con la bindella più alta del solito, talvolta senza esagerare (come nel caso di questo Winchester Ultra Xt); la bindella parte con uno scalino (step), tanto amato dagli americani e che sta prendendo piede anche in Europa, anche nel settore caccia

Perché la bindella alta riesce ad offrire al tiratore una visuale migliore di quello che sta facendo.

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Ognuno ha la sua soluzione, la “ricetta” migliore; Fabarm propone un sovrapposto della serie Axis dalla bindella rapidamente sostituibile (Qrr) con un’altra in dotazione, di misura diversa e con un Poi diverso

Provo a spiegarmi meglio: la corretta impostazione di tiro per un tiratore prevede che la guancia (destra per un tiratore destro) sia correttamente posizionata (schiacciata) sul nasello (fisso o regolabile, normale o Montecarlo che dir si voglia); questo per poter allineare in modo efficace l’occhio alla visuale di mira offerta dalla bindella che deve condurre l’occhio stesso al mirino terminale.

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Nel dettaglio, la snella bindella del Fabarm; in accoppiata con le due canne molto “libere”(per l’assenza dei bindellini laterali) accentua l’impressione di leggerezza. Cambiando la bindella, ogni tiratore può trovare la giusta impostazione di tiro

Tralascio volutamente ogni discorso relativo a quanta bindella si deve vedere, poiché mi forzerebbe ad affrontare la questione di un fucile più o meno “dritto” e non è argomento odierno (lo faremo più avanti). Concentriamoci sulla bindella; basta rileggere alcune delle numerose prove che mensilmente pubblichiamo per renderci conto che quasi tutte le ditte produttrici di armi sportive hanno a listino almeno una versione con bindella alta.

 

A testa… alta

Naturalmente ognuno ha la sua “ricetta” giusta, con l’altezza che può essere fissa o regolabile; addirittura in dotazione possono esserci due bindelle diverse o una bindella che prevede regolazioni fini o a step (piccoli incrementi). Tutte queste modifiche riescono a variare sensibilmente il Poi (Punto di impatto) della rosata e ogni tiratore può quindi decidere di scegliere la soluzione che più gli aggrada, in base alle proprie esigenze.

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Un poderoso fucile da tiro della Zoli, linea Z-Gun, anch’esso dotato di innumerevoli possibili regolazioni

Ad esempio uno spostamento del peso di rosata verso l’alto di qualche centimetro può rivelarsi estremamente utile per tutti i piattelli a salire. Ma allora il vantaggio di una bindella più o meno alta risiede soltanto nella possibilità di variare il Poi? No, naturalmente; una bindella più alta permette al tiratore (vedi poche righe sopra) di tenere la testa più alta e di godere meglio della visuale del campo di gara.

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Naturalmente una buona e accurata regolazione del nasello è quasi imprescindibile per ottenere un buon risultato: ecco il B-Fast della Beretta

È doverosa una precisazione, però; proprio perché i sacri testi e i maèstri insegnano la giusta postura durante lo sparo, sarebbe meglio dapprima imparare con un fucile “classico” e poi eventualmente variare la postura del collo e della testa, alzandola. Altrimenti si corre il rischio di utilizzare fin da subito una postura anomala. Forse efficace, ma anomala. Una delle cause più frequenti di uno “zero” sul piattello è proprio la posizione non corretta, magari dovuta al fatto che teniamo la testa troppo sollevata; guardiamo il bersaglio e non ci curiamo del resto.

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Non solo fucili sovrapposti, ma anche semiauto; qui il Fabarm Xlr5 Velocity. Il semiautomatico può permettere a tanti cacciatori di avvicinarsi al mondo del tiro

Però vediamo anche il lato positivo della cosa: la testa tenuta in posizione più elevata aiuta il tiratore a percepire meglio l’ambiente circostante e sopperisce ai piccoli difetti (ad esempio di chi, per abitudine, tende anche involontariamente a sollevare impercettibilmente la guancia dal nasello), rimanendo al tempo stesso concentrati su quello che stiamo facendo. Si potrebbe quindi restringere il campo di applicazione delle bindelle alte ai pigri (che non piegano adeguatamente il collo o la testa) o a coloro che non hanno settato correttamente le misure del calcio (inclinazione del calciolo, piega al tallone, regolazione del nasello eccetera). Numerosi fucili, che dispongono di bindella regolabile, offrono anche la possibilità di regolare il nasello, adattandolo correttamente alle misure antropometriche del tiratore e alla variata situazione di imbracciatura. Vi è poi un’altra categoria di persone che ha trovato giovamento dal diffondersi delle bindelle alte: i tiratori che possiedono una statura elevata. Costoro hanno più difficoltà a piegare il collo in avanti con le bindelle tradizionali e trovano enorme sollievo dal poter utilizzare una bindella (e un nasello) più alti.

Le varie proposte

Come spesso succede, si è passati da un approccio minimalista o rinunciatario (bindelle “normali”) a un approccio esagerato (una specie di gara a chi propone un modello con la bindella più alta; non è infrequente trovare bindelle da 20, 25 o perfino 35 mm di altezza!!); ultimamente gli esemplari più alti sono destinati alle versioni di fucili da tiro per il monotrap (o Trap americano), mentre si assiste ad una diffusione di bindelle di altezza “intermedia” da 14 a circa 18 mm di altezza, magari regolabili.

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Caesar Guerini, ditta italiana molto apprezzata dai cacciatori e tiratori statunitensi, è stata una delle prime Case armiere a proporre modelli dalle ampie possibilità di regolazione, bindella compresa. Nella foto uno dei modelli più recenti, il sovrapposto Invictus Trap At con bindella regolabile Dts

Non dimentichiamo, infatti, che anche il fattore peso è da considerare; una bindella ha un suo peso che deve risultare adeguatamente bilanciato con il resto del fucile per non creare sconcerto nel tiratore. Oggi giorno esistono bindelle in Ergal, in fibra di carbonio e anche bindelle cave che attenuano questo problema. Numerose, infine, sono le offerte after market; chi lo desidera, può equipaggiare il proprio fucile con una bindella dell’altezza desiderata, talvolta senza neppure necessità di rimuovere la bindella preesistente, quella in dotazione di serie del fucile. Tutto bene, ma ricordatevi del bilanciamento (vedi sopra!).

Quindi?

Non è facile pervenire ad un suggerimento universale, che vada bene per tutti: da una parte ci sono ancora i puristi che non ne vogliono sapere di modifiche rispetto ad una posizione di sparo alla quale sono oramai abituati e con la quale hanno dimestichezza.

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L’occhio del tiratore viene convogliato, tramite rampa, sulla bindella alta; viene naturale tenere la testa ed il collo in posizione più eretta

Dall’altra ci sono sempre più persone (spesso neo-entusiasti della disciplina) che riescono a pervenire a risultati soddisfacenti grazie alle infinite possibilità di regolazione del proprio fucile, bindella compresa. Il consiglio che mi sento di dare, pur se banale, è quello di… provare! Un amatore, che magari vuole soltanto divertirsi al campo di tiro in modo occasionale, senza troppo impegno mentale, probabilmente con una bindella alta riuscirà a colpire qualche piattello in più, traendone un’intrinseca soddisfazione. E la cosa sarà finita lì o quasi. Chi invece vuole andare a fondo dell’aspetto tecnico, non potrà non affidarsi ad un saggio istruttore, in grado di sfruttare la meglio le potenzialità del tiratore… e del progresso tecnologico offerto dalle bindelle alte! Buon divertimento!

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Particolare della bindella del Browning B 725 ProTrap High Rib; con le varie e possibili regolazioni, possiamo spostare il punto di impatto della rosata da un 55/45 % a un 70/30 %

di Simone Bertini

Bindella alta: perché sì

> Può attrarre nuovi adepti, affascinati dalle infinite possibilità di regolazione, magari in combinazione con il nasello e altre parti del fucile.

> Aiuta il tiratore medio a tenere il collo e la testa in posizione più eretta, meno piegata, con una migliore visuale del campo di tiro e/o dei piattelli.

> La posizione più “rilassata” contribuisce a far percepire un percorso in pedana meno impegnativo, sdrammatizzando eventuali difficoltà/errori.

Le persone di statura alta traggono giovamento dal ridotto contorsionismo del collo, altrimenti troppo piegato in avanti.

Bindella alta: perché no

> La bindella alta può determinare una postura non corretta, specialmente per chi è agli esordi come tiratore.

> Una bindella alta può indurre una certa “pigrizia” nel tiratore, causando scarsa concentrazione, con più difficoltà nel migliorare (o mantenere costanti) i risultati ottenuti.

C’è sempre il rischio di esagerare, trainati dall’entusiasmo della novità; ci vuole un maèstro che ci sappia consigliare al meglio. Non sempre il “di più” è meglio.