Lite stradale e porto d’armi: la sentenza

Lite stradale e porto d’armi: tergicristallo rotto
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Anche se vecchia di più di quindici anni, una lite stradale caratterizzata da scarso autocontrollo e reazioni sproporzionate può avere effetti negativi sul rilascio o il rinnovo del porto d’armi.

Se è sfociata in «un atteggiamento privo d’autocontrollo, contrario alle comuni regole della convivenza civile» e porta «a una reazione sproporzionata [e] a un’ingiustificata violenza sulle cose», una lite stradale può rappresentare un ostacolo pesante nell’iter di rilascio o rinnovo del porto d’armi. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza 11563/2022; l’aspirante tiratore, che aveva ereditato dal padre alcune armi ad aria compressa, s’è dunque visto respingere il ricorso contro la sentenza del Tar della Lombardia.

I fatti risalgono al 2006; fu allora che l’uomo «ruppe deliberatamente la spazzola tergicristallo del lunotto posteriore dell’autovettura» che occupava il posto a lui riservato nelle pertinenze dell’ufficio; si trattò di una sorta di reazione cumulativa, visto che era consuetudine che il parcheggio fosse indebitamente occupato.

Per il Consiglio di Stato non conta che si tratti di un unico episodio privo di conseguenze penali, vecchio di una quindicina d’anni e mai reiterato; l’assenza d’autocontrollo e la reazione fuori misura sono di per sé sufficienti a giustificare il giudizio d’inaffidabilità nel maneggio delle armi.

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