L’Nssf replica alla denuncia del governo messicano contro i produttori americani di armi

L’Nssf replica alla denuncia del governo messicano contro i produttori americani di armi: bandiera di messico e stati uniti dipinta su muro
© danielo / shutterstokc

Accuse senza senso né fondamento: l’Nssf risponde alla denuncia del governo messicano contro i produttori americani di armi.

La denuncia del governo messicano contro i produttori americani di armi è infondata; di più, è un affronto alla sovranità degli Stati Uniti e una minaccia al secondo emendamento. Non c’è stato bisogno di attendere molto per conoscere la risposta dell’Nssf, l’associazione dei produttori di armi, alla mossa del governo López Obrador.

«Le accuse sono insensate» commenta Lawrence G. Keane, vicepresidente dell’Nssf. «C’è un solo responsabile del crimine dilagante e della corruzione in Messico: il governo messicano». Piuttosto che cercare le colpe all’esterno, le autorità messicane dovrebbero concentrare i propri sforzi contro i cartelli della droga e il traffico di esseri umani. «Il governo messicano, che riceve aiuti sostanziosi dai contribuenti statunitensi, è l’unico responsabile dell’ordine pubblico all’interno dei confini del Paese; e ordine pubblico vuol dire anche controllo delle armi».

Chiamare in causa le pratiche commerciali di aziende estere è decisamente scorretto: la compravendita di armi al dettaglio sul territorio statunitense rispetta le leggi federali e statali e prevede che l’Fbi verifichi i precedenti dell’acquirente.

Un’analisi superficiale

Anche le statistiche non tornano. Le percentuali fornite dal governo messicano derivano da un’interpretazione errata: le armi originarie degli Stati Uniti sono il 90% di quelle tracciate, non di tutte quelle sequestrate. Un’analisi rigorosa abbatte la quota al 12% massimo; ma probabilmente il dato è sovrastimato, perché i numeri di matricola sono clonati e almeno uno su cinque viene sottoposto all’Atf più volte.

L’Nssf chiude infine con due notazioni geopolitiche. La prima è che esiste davvero un canale tra i due Paesi, ma oltre che ufficiale è istituzionale e non privato: il governo federale continua infatti a vendere armi al governo messicano. E poi secondo un report di Amnesty International già nel 2006 la Cina era pesantemente penetrata nel mercato delle armi latinoamericano. Più che da nord, è facile che quelle clandestine arrivino da sud.

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