Riforma della legittima difesa: slitta la discussione alla Camera

pistola su comodino, riforma della legittima difesa
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Riforma della legittima difesa, approvato il rinvio della discussione. L’aula di Montecitorio ha detto sì alla richiesta della Lega, appoggiata dal Movimento 5 Stelle.

La riforma della legittima difesa dovrà attendere un altro po’. Perlomeno una settimana ancora prima dell’approvazione della Camera. Alla quale dovrà poi inevitabilmente seguire un’altra lettura del Senato, dopo che è stato espunto dal testo originale lo stanziamento di risorse per il 2018. La maggioranza gialloverde ha chiesto e ottenuto il rinvio della discussione: priorità alla proposta di legge sul settore lattiero-caseario. Ma dai retroscena filtra già un problema di tenuta politica.

C’è chi, come Mariastella Gelmini, ritiene che «la vera ragione» dello slittamento sia da ricercare «nei dubbi del Movimento 5 Stelle». E in effetti sono le basi: quando una forza politica è in difficoltà, deve stringere sulle questioni identitarie. E concedere poco agli avversari. Specie se, come in questo caso, sono partner di governo a favor di vento. La capogruppo di Forza Italia alla Camera ritiene che dietro lo slittamento non ci sia la «volontà di esaminare e di modificare il testo, ma di provare, ancora una volta, a rinviare sine die un provvedimento che gli italiani aspettano da troppo tempo».

La discussione sulla riforma della legittima difesa rinviata al 5 marzo

L’ex Guardasigilli Andrea Orlando (Pd) si è detto invece «favorevolissimo a un rinvio all’infinito di questo provvedimento». Ma ha sottolineato un particolare tecnico: quando la discussione riprenderà, si rischia il contingentamento dei tempi che strozzerà la discussione. Secondo Orlando la maggioranza si trova in un vicolo cieco: le recenti elezioni regionali hanno dimostrato che «l’inseguimento dissennato del populismo penale, utilizzato da Salvini in queste settimane, premia la Lega e porta alla catastrofe il Movimento 5 Stelle». E, se i 5 Stelle non riusciranno a ritrovare la propria identità, a causa della «totale subalternità» all’alleato di governo «porteranno all’autodissoluzione un movimento che ha avuto milioni di voti» 

Il rinvio della discussione è stato approvato dall’aula con 78 voti di scarto: favorevoli la Lega, che l’ha proposto, e il Movimento 5 Stelle. Si sono espressi contro il rinvio Forza Italia, Leu e Fratelli d’Italia. L’aula riprenderà l’esame il 5 marzo.