Lo ha stabilito il Tar della Calabria con una sentenza resa nota nella tarda serata di ieri: l’evento risale a quasi sei anni fa.
Durante una battuta di caccia lasciò cadere a terra il proprio fucile che esplose un colpo ferendo un compagno. E nella tarda serata di ieri sera il Tar della Calabria ha ribadito che un episodio di questo tipo è sufficiente per dire addio alle armi. Si conclude così l’iter del ricorso di un cittadino di Vibo Valentia coinvolto in un incidente di caccia nel novembre 2011: l’uomo aveva basato la propria difesa sull’involontarietà e l’imprevedibilità dell’evento, “determinato dalla rottura improvvisa del cinturino”.
Ma la dinamica dell’incidente (“inattesa caduta del fucile” carico nel corso di una battuta di caccia) non dimostra che l’arma sia stata utilizzata in un modo adeguatamente prudente. E pertanto, al di là delle implicazioni penali e del reato di lesioni colpose di cui ovviamente la giustizia amministrativa non intende trattare, il Tar concorda con la prefettura sull’inaffidabilità dell’uomo. Che ha un peso decisivo nella concessione, o nel rinnovo, o nella revoca del porto d’armi.