Il padre ha comportamento aggressivo, via le armi al figlio

Il Tar della Campania ha confermato la revoca del porto d’armi venatorio a un cittadino di Salerno, colpevole solo di convivere col padre.

La revoca del porto d'armi può essere disposta anche se il comportamento aggressivo è da imputare a un convivente: la sentenza del Tar della Campania.
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La revoca del porto d’armi può essere disposta anche se il comportamento aggressivo non è riconducibile al titolare della licenza, ma a un soggetto che convive e che potrebbe abusare dell’arma”. Il Tar della Campania ha così motivato la sentenza 1298 rilasciata nella giornata di oggi, con la quale conferma la decisione del prefetto: niente porto d’armi a un cittadino di Salerno colpevole solo di convivere col padre responsabile di “comportamento aggressivo”.

L’ordine pubblico deve essere tutelato anche preventivamente, e i giudici non ritengono rilevante che, a differenza del momento in cui il prefetto ha determinato la revoca, il padre non conviva più con il figlio. Si tratta “di un fatto sopravvenuto che non incide sulla legittimità del provvedimento”, da valutare “al momento dell’emanazione”. Il rapporto di convivenzaè stato ragionevolmente ritenuto come elemento tale da comportare la revoca dell’autorizzazione”. Non è necessario “uno specifico giudizio di pericolosità sociale del destinatario del provvedimento, poiché ciò che conta è il pericolo che vi siano occasioni per l’utilizzo indebito dell’arma”. La revoca del porto d’armi è dunque considerata legittimaanche quando il comportamento non affidabile sia imputato a un soggetto convivente col titolare dell’autorizzazione”.