Ritardi sui PdA: un primo risultato positivo

Come sapete, sono alcuni anni che – insieme all’associazione Auda – ci battiamo per trovare una soluzione ai ritardi di alcune questure nel rinnovo e nel rilascio dei porti di fucile uso caccia o tiro a volo. Poco tempo fa ha fatto notizia il sollecito inviato al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, da parte del presidente di Federcaccia, Massimo Buconi

Sapete anche che in alcuni casi ci mettono il doppio, il triplo e anche oltre rispetto ai canonici 90 giorni (termine stabilito dalla legge, non inventato da noi) per rinnovare o rilasciare un PdA. Abbiamo notizia di persone che stanno aspettando da 16 mesi: mi sembra un record… negativo.

Tra i pochi rimedi possibili che avevo proposto, faccio il copia incolla dell’ultima news sull’argomento: “Si deve sapere che, nei casi di maggiore gravità, si può inoltrare al Tar un ricorso contro il silenzio inadempimento della pubblica amministrazione. Una istanza di rinnovo del PdA non riscontrata per nove mesi rappresenta (secondo la legge) silenzio inadempimento. Il tribunale amministrativo decide con rito di urgenza e costi ridotti, che possono essere reclamati e posti in carico alla pubblica amministrazione non adempiente, intimando di provvedere entro 30 giorni”.

La cosa più pericolosa che si possa fare è consigliare un rimedio senza averlo sperimentato. Con molte difficoltà, dovute a timori e paure a nostro parere immotivate, Auda (Associazione utilizzatori delle armi) ha trovato una delle “vittime” del silenzio inadempimento e, insieme, hanno fatto ricorso al Tar.

A pochi giorni dalla presentazione del ricorso, il cliente è stato chiamato dalla questura e invitato a ritirare la licenza richiesta, pronta per essere consegnata.

Un invito per chi si trova in situazioni analoghe a fare la stessa cosa.

Da Mission Impossible, prendendo a prestito il titolo di una fortunata serie di film, a “missione compiuta”: ogni tanto una bella notizia.