Le promesse si mantengono, sempre. Vi avevamo preannunciato la prova completa, in anteprima, del Benelli 828 U Black. Ora… siete serviti!

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Il Benelli 828 U Black in tutta la sua elegante livrea nera: già alla prima occhiata si capisce che siamo di fronte ad un sovrapposto completamente nuovo per linea e contenuti

Eccoci qua, con grande soddisfazione. Poco tempo fa, con l’occasione della recensione dell’828 U versione Silver, non eravamo più di tanto scesi nei dettagli tecnici; la spiegazione, per chi ha buona memoria, era insita nel fatto che non volevamo fare “un doppione” del presente articolo, che vi presentiamo in anteprima assoluta e relativo alla versione 828 U Black, che abbiamo potuto provare estensivamente con larghissimo anticipo rispetto alla data di effettiva disponibilità sul mercato del fucile.

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Il sovrapposto urbinate in apertura: si intravede subito la piastra in acciaio, “cuore” del sistema di chiusura

È infatti accaduto che l’828 U abbia battuto ogni record di vendita sin dal momento della sua presentazione, tanto che il numero degli ordini ha rapidamente costretto Benelli a correre ai ripari, incrementando drasticamente il numero di esemplari prodotti e spostando in avanti le consegne. Perché allora questa anteprima? Tanto per iniziare si deve ricordare che Silver e Black sono di fatto lo stesso fucile, e quindi una prova esaustiva e il parere di un cacciatore che scrive di ferri tonanti sono comunque utili sia alla Benelli sia ai lettori. Magari nell’attesa qualcuno si compra il Silver, già normalmente disponibile nelle armerie; personalmente ho potuto “contrattare” una lunga prova sul campo, in quanto avrò un 828 U Black prima dell’uscita nelle armerie, prevista all’incirca per il mese di luglio: in questo modo vi potrò raccontare non una semplice (anche se prolungata) prova sui piattelli, ma cosa accade portando il fucile a caccia giorno dopo giorno.

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La scelta di Benelli di affiancare una versione nera alla precedente versione Silver appare indovinata per la caccia; la bascula non riflette e si presenta elegante allo steso tempo

L’estetica dell’828 U è certamente innovativa anche se –come per tutte le cose –  può piacere o non piacere. Di sicuro il cliente che si reca in armeria o ha partecipato alle fiere di settore in cui il fucile è stato presentato, non può restare indifferente: l’828 U è un nuovo fucile che ha abbinato un’estetica tranchant (per il mondo del basculante a due canne sovrapposte) con soluzioni tecniche talmente raffinate da non credere di poterle vedere tutte assieme. Poi sarà il giudizio dei consumatori a decretare il successo di quest’arma, sulla quale Benelli e in particolare Luigi Moretti, presidente della Casa urbinate, hanno voluto scommettere e investire. Il tutto in un momento congiunturale difficile, aggravato dalla crisi di vendite dei sovrapposti. Ma l’828 U è un sovrapposto atipico, che di sovrapposto ha le due canne e il fatto di sparare due colpi anziché i classici tre (in Italia) dei semiauto urbinati da caccia.

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La vista ravvicinata della parte superiore dell’828 U Black evidenzia una certa “larghezza” della bascula, che ospita nel contempo una posizione inconsueta per la chiave di apertura, spostata a sinistra e fuori dalla linea di mira del cacciatore.

Poi è tutto diverso da quanto visto sinora. Al punto che avrei voluto intitolare il presente pezzo con “L’orologio che spara”, per indicare la complessità meccanica insita nel sovrapposto; complessità che – come vedremo – è in grado altresì di appassionare per la tecnologia che trasuda da ogni singolo pezzo. Nulla è banale, Benelli non ha tralasciato alcun particolare, a partire dal nome. La denominazione 828 U per questo sovrapposto, ha uno scopo ben preciso: porre l’accento sul numero con il quale la bellissima città marchigiana (che consiglio a tutti di andare a visitare: non si vive o si scrive di sole armi) è iscritta nell’elenco dei patrimoni dell’Umanità presso l’elenco dell’Unesco. La lettera “U” indica  proprio la città di Urbino.

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Lateralmente si apprezza la forma slanciata, quasi futuristica del sovrapposto: sapiente il gioco del contrasto cromatico causato dalle diverse tonalità di nero

Primo contatto

Parlando a lungo con Roberto Massarotto (direttore marketing di Benelli), ho percepito come lo sforzo di Benelli sia partito da un concetto tanto semplice quanto fondamentale: per poter apprezzare un oggetto, questo deve in primis piacermi. Altrimenti lo sguardo si volge altrove. Benelli ha osato e saputo osare, con un progetto nato cinque anni fa, mantenendo fermi alcuni capisaldi e stravolgendone altri. La versione Black è poi – a mio modesto parere – (ma condiviso da…insospettabili) la più bella, la più elegante. Anche se è la meno costosa, in quanto l’incisione e la finitura del Silver sono indubbiamente più elaborate.

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Il ponticello è forse la parte meno…”interessata” dalle novità: la forma appare classica, di buone dimensioni per un utilizzo invernale e alberga un grilletto dalla finitura nichelata

La felice penna dell’architetto Marco Gaudenzi, già “responsabile” del successo planetario del Raffaello ancora oggi in circolazione, ha colpito nel segno, disegnando linee audaci ma non eccessivamente futuristiche. da spaventare l’utente. La bascula in Ergal della versione Black non è semplicemente nera, ma la potremmo definire “bicolore”, in due tonalità diverse di nero, ben delimitate dal piacevole motivo curvilineo che corre per tutta la sua lunghezza. Una parte superiore e inferiore di un nero satinato, elegante; una fascia centrale di un nero più lucido, moderno, su cui compare il nome del modello in bianco, con dimensioni discrete e non arroganti. Un petto di bascula che prosegue (nell’aspetto e nel colore) la fascia inferiore. Accanto al ponticello la Casa di Urbino rivendica la paternità del fucile, assieme ad un paio di altri frasi. Alcuni mercati un domani forse non troppo lontano esigeranno che questo nero sia “spezzato” da riporti in oro o altre incisioni, ma per il momento a me sta bene così. Non si sente il bisogno di altro e in questo trovo il Black più accattivante del Silver, che punta invece ad incisioni per richiamare l’attenzione. Essendo un fucile da caccia, poi, una bascula nera potrebbe conquistare più cuori dei cacciatori (meno riflessi nel porto o nel maneggio dell’arma in piena luce che potrebbero disturbare la selvaggina).

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Grazie ad semplice movimento con un utensile fornito in dotazione, il pacchetto di scatto è rimovibile per manutenzione o anche semplicemente per curiosità

Super – personalizzazione

Se visto di lato l’828 U è bellissimo, “cede” qualche cosa nella vista superiore; non nei particolari che esamineremo a breve, quanto per uno spessore (larghezza) inusuale. In questo l’828 U si avvicina alla carcassa di un semiautomatico. La chiave di apertura è spostata verso sinistra, fuori dalla linea di mira, con tanto di palmetta ergonomica; azionandola (sforzo ridottissimo, in due fasi) dapprima armiamo il fucile (nessun comando situato sulla croce dell’astina) e poi lo apriamo. Il corpo della chiave presenta due fori nei quali passeranno i martelli (o cani) a movimento lineare, che andranno ad azionare i percussori presenti sulla piastra in acciaio soltanto quando la chiave stessa è in perfetta posizione di chiusura, impedendo ogni percussione accidentale a fucile non completamente in chiusura.

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Molto semplice e “pulito” il petto di bascula; l’828 U Black non ha bisogno di orpelli estetici per farsi apprezzare. Un occhio attento è pronto a scoprire le numerose novità tecniche

La parte superiore della bascula ospita anche il comando della sicura: nel precedente articolo l’avevo un poco criticato, definendolo un pelo “oversize”; però, tutto sommato, un comando più piccolo sembrerebbe “affogato” nello spazio a disposizione. Questione di farci l’abitudine. Il cursore della sicura (dall’azionamento impeccabile) incorpora anche il comando per l’inversione dei cani, forse l’unico dispositivo che non è stato oggetto di una rivoluzione in Benelli. Il monogrilletto selettivo, con finitura nichelata, ben si staglia sul nero circostante. Il ponticello è in tecnopolimero, di foggia modernissima e può serenamente consentire l’utilizzo di guanti durante i mesi freddi per le sue consone dimensioni.

Se stiamo esaminando l’arma, notiamo subito la presenza di uno spessore fra la parte lignea e il metallo; un particolare che non siamo abituati a vedere su un sovrapposto bensì su un semiautomatico. Altro non è che la possibilità, offerta per la prima volta su un basculante, di poter regolare piega e vantaggio. Curiosando fra le varie possibilità e combinazioni, Benelli offre una personalizzazione estrema (ben 40 regolazioni possibili) per far diventare l’arma un’estensione naturale dell’occhio e del braccio.

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L’impugnatura è a pistola, con uno zigrino laserato fine grippante il giusto

Senza se e senza ma, se pensiamo che sinora l’alternativa era quella di andare (spesso nell’after market) da un calcista e farsi fare un calcio su misura. In questo modo il cliente può utilizzare l’828 U nel corso degli anni, anche in presenza di un cambiamento fisico che potrebbe mutare le misure antropometriche. Addirittura si può arrivare ad una regolazione micrometrica. E non pensiate che sia un dettaglio da poco: in un sondaggio condotto su larga scala dalla Benelli a potenziali clienti nelle fasi di messa a punto del fucile, era stato chiesto quale sarebbe stata la caratteristica tecnica che avrebbero voluto vedere sul nuovo fucile: orbene, a grande richiesta, ha “vinto” la possibilità di personalizzare la piega ed il vantaggio del fucile. L’accoppiamento legno/metallo (ridotto per la presenza degli intercalari fra calcio e bascula) appare comunque di elevato livello laddove presente.

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Decisamente appariscente la calciatura, classificata da Benelli con un grado 3; un degno completamento dell’arma per la fascia di importanza e di prezzo

Tecnologia criogenica

L’estetica continua nel suo progetto innovativo, offrendo per la prima volta un calcio in legno di qualità elevata (Benelli definisce di grado 3 la calciatura del Black) con il sistema di riduzione del rinculo Progressive Comfort, già apprezzato sui semiautomatici della gamma Power Bore. Sono tanti i particolari tecnici da esaminare che tratteremo velocemente questo punto, ma vale la pena ricordare che – grazie ad un sistema di intercalari in plastica alloggiati all’interno della calciatura (il sistema è stato ottimizzato per l’utilizzo sul sovrapposto, grazie alla modifica del numero degli intercalari e al loro spessore) che si flettono in modo progressivo all’aumentare del rinculo generato dalle cartucce più potenti e grazie ad un calciolo morbido in poliuretano speciale – il colpo d’ariete viene notevolmente smorzato, con evidenti vantaggi sulla spalla del tiratore, sul suo zigomo (grazie ad un nasello in poliuretano), sull’apparato uditivo, sul rilevamento delle canne allo sparo e sulla possibilità di doppiare più velocemente il colpo tornando rapidamente in mira.

Come descritto nel testo, non poteva mancare il calciolo Progressive Comfort; grazie ad un sistema di intercalari completamente rivisto ed adattato al sovrapposto, anche le cartucce più robuste e di elevata grammatura vengono efficacemente smorzate, a tutto vantaggio della ripetibilità del colpo e della guancia del cacciatore

La calciatura, finita ad olio, è comunque molto bella e si sposa perfettamente con il nero della bascula e delle canne; le venature sono numerose sull’esemplare in prova e abbelliscono il legno. Bandite, per fortuna, qualsiasi tipo di pellicola e/o bruciature al laser. L’impugnatura è ovviamente a pistola, indubbiamente più appropriata per l’arma (anche se sarei comunque curioso di vedere come starebbe un’impugnatura all’inglese…), e ben si adatta a diverse tipologie di mani. Lo zigrino, laserato a passo fine, appare ben grippante senza che dia fastidio; lo posso dire alla luce di circa 500 piattelli che mi hanno visto impegnato sul campo di tiro. La presa è salda e sicura. La distanza calciolo-grilletto è settata di fabbrica a 375 mm, che possono essere portati a 385 mm sostituendo il calciolo. Il fucile può essere ordinato anche con un calcio più corto, il cui Lop di fabbrica è regolato su 365 mm. Bellissima l’astina, filante e sottile al punto da sembrare una freccia (termina infatti quasi a punta); lo zigrino si estende a tutta la parte ventrale, consentendo un’impugnatura efficace per la mano debole anche a chi ha difetti posturali (tendenza ad impugnare troppo avanti o troppo indietro).

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Degno completamento della strutturazione del calcio è il nasello in poliuretano, al quale siamo già abituati con i semiautomatici della Casa di Urbino

Un altro particolare, dedicato alla sicurezza: l’astina dispone di un comando di sgancio a pompa, situato all’apice della stessa. Il comando è ottimamente dimensionato e si aziona con facilità, nonostante risulti quasi nascosto alla vista; tuttavia non è sufficiente azionarlo per separare le canne dal legno. Onde evitare distacchi “accidentali” o non voluti, è necessario esercitare anche una pressione sulla parte ventrale (stringendo l’astina alle canne) per provocarne il distacco. Bene così; per chi ha la memoria corta, ricordo le prime serie B 25 della Browning, in cui l’astina non si separava dalle canne, ma scorreva in avanti per qualche centimetro. La rimozione dell’astina era affidata soltanto ad un esperto “gunsmith”, non essendo ritenuta necessaria. Sull’828 U, agendo su un paio di piccole viti, si può modificare la forza di apertura del basculante; è un’operazione la cui esecuzione ci sentiamo di consigliare da parte di un armaiolo o dalla stessa Benelli, per non trovarsi con un fucile troppo duro o troppo lasco. L’angolo di apertura dell’828 U è di circa 48°.

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Interessante la soluzione adottata per la rimozione dell’astina: non è sufficiente azionare il pulsante dello sgancio a pompa, ma bisogna anche stringere leggermente le canne contro l’astina stessa.

Le canne sfruttano la nota tecnologia criogenica, per un rendimento balistico ottimale: i due tubi sono uniti soltanto nei pressi della volata, cosa che consente una certa leggerezza (anche visiva) dell’insieme e una facilità di swing negli spostamenti laterali dell’arma.

La foratura delle canne è stata oggetto di una cura e costanza particolare, al fine di garantire il miglior risultato possibile; al massimo riscontriamo un valore di foratura di 18,5 mm in anima. Gli strozzatori (criogenici anch’essi) sono lunghi 7 cm, forniti in numero di cinque e idonei (eccezion fatta per il due stelle e una stella) all’utilizzo con munizioni in acciaio. Come era logico aspettarsi, anche la bindella appartiene a un qualche cosa di “già visto in Benelli”, dal momento che è in fibra di carbonio, da 7 mm; aggiunge poco peso al gruppo canne e si conferma piacevole alla vista, contribuendo in maniera importante all’intento di lasciare le canne il più possibile libere di vibrare al momento dello sparo.

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Le canne sono libere (unite soltanto sul manicotto e in volata), cosa che accresce la maneggevolezza: naturalmente la bindella superiore (da 7 mm) è in fibra di carbonio, per lasciare le canne libere di vibrare allo sparo

La meccanica

Qui bisogna spendere qualche riga in più, non fosse altro per rendere giustizia ai progettisti e agli ingegneri che hanno realizzato il fucile. Basti pensare che l’828 U possiede ben tre brevetti, che riguardano la chiusura, l’intercambiabilità del gruppo di scatto e la struttura dell’arma.

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Gli strozzatori sono criogenici, in numero di cinque (ovviamente forniti con chiave), di cui tre (5, 4 e 3 stelle) idonei all’utilizzo di munizioni in acciaio

Partiamo dalla chiusura: questa è assicurata da una piastra in acciaio (la composizione esatta del materiale è top secret) che “abbraccia” il vivo di culatta, per un insieme piastra/canne di eccezionale tenuta. A guardare bene il tutto, banalmente parlando, non mancano similitudini con l’otturatore di un semiautomatico o, come mi è stato fatto giustamente notare, alla chiusura dell’otturatore a cuneo dei pezzi di artiglieria. Ma le similitudini terminano qui, poiché la piastra possiede ben quattro punti di chiusura (due superiori, in una sede ricavata nel gruppo canne, e due inferiori). Una culla, uno scrigno che viene mantenuto in sede da due molle posteriori che allontanano la piastra stessa dai percussori. Paradossalmente, il fucile potrebbe sparare solo con questo congegno di chiusura, che assicura la massima tenuta. All’apertura del sovrapposto, la piastra è ben visibile. La domanda è sorta nella mia mente e probabilmente ve la sarete già posti: ma se io voglio pulire questa zona del fucile, o semplicemente ammirare la meccanica,  come faccio? Semplice; è sufficiente togliere con un qualsiasi utensile (la punta di un cacciavite) lo spessore che troviamo sul fondo della bascula e possiamo smontare il tutto.

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L’accoppiamento canne/manicotto è uno dei tre brevetti innovativi presenti sull’828 U; al contrario di quanto visto sinora (canne innestate sul monobloc di culatta), stavolta sono le protuberanze cilindriche del monobloc ad essere innestate sulle canne.

Questo pezzo è realizzato in polimero perché non è soggetto ad alcun lavoro, non ha nessuna funzione se non quella descritta, e neppure alcuna sollecitazione, né termica, né fisica, né meccanica e non si può rovinare. Poco più avanti riscontriamo la presenza dei  perni cerniera che non lavorano allo sparo e servono soltanto per far ruotare il gruppo canne (naturalmente sono sostituibili e realizzati in acciaio). Continuiamo nell’ambito del rivoluzionario, illustrandovi un manicotto… al contrario. Già, perché – usualmente – le canne si innestano sul manicotto, mentre sull’828 U sono le appendici (protuberanze cilindriche) del monobloc (realizzato con tolleranze strettissime) ad essere innestate sui tubi. La lunghezza dal vivo di culatta alla parte prossimale delle appendici è tale da includere la lunghezza della camera di scoppio (da 76 mm, magnum); in questo modo si viene pertanto a realizzare un raccordo all’interno del tubo canna, con la giunzione (invisibile dopo la saldatura) realizzata in corrispondenza della campanatura della canna, rendendo questa zona (piuttosto delicata) robustissima.

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Questa soluzione (eseguita con tolleranze strettissime e che include anche la camera di scoppio magnum da 76 mm) permette un’assoluta robustezza dell’insieme e una minor variabilità del peso di rosata

Non male davvero, se pensiamo che questa soluzione è stata ideata anche per ridurre la variabilità sul peso di rosata. Parliamo adesso degli espulsori ad impulso: in base al concetto che “quello che non c’è non si può rompere” e in osservanza del fatto (statistico) che gli ejector sono tra le parti più sollecitate in un fucile basculante (e quindi potenzialmente soggetti a rottura), sull’828 U si cambia.  Gli ejector ad impulso sono alloggiati completamente nel manicotto e non hanno interferenze meccaniche con l’asta (sulla croce, pure se in metallo) e con la bascula. Gli steli degli ejector sono caricati elasticamente e vengono trattenuti “arretrati” da un ritegno che allo sparo sarà svincolato da un pistoncino alloggiato in una cavità cilindrica nello spessore della parete della camera di cartuccia; allo sparo il pistoncino di sblocco (1,2 mm di diametro, se ne intravede il canale di passaggio nella camera di scoppio) della canna interessata riceve l’impulso trasmesso dalla dilatazione elastica della parete della cartuccia (i bossoli sono ricaricabili e dopo lo sparo portano solo un quasi invisibile rigonfiamento che ha diametro di pochi decimi di mm) e sgancia il corrispondente ejector, che riceverà l’impulso dalla distensione della molla che lo carica.

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Il “cuore” del nuovo sovrapposto Benelli è indubbiamente la piastra in acciaio deputata alla chiusura del fucile

Un funzionamento completamente “acciaio su acciaio”, a prova di usura. Con l’828 U in apertura, gli estrattori si discostano di pochi mm dalla posizione che assumono con l’arma in chiusura; in questo modo garantiscono un’estrazione primaria (staccando il bossolo dalle pareti) e permettendo altresì di estrarre agevolmente una cartuccia non sparata. Il gruppo scatto è facilmente smontabile per operazioni di pulizia o quant’altro; nella dotazione dell’arma è previsto un piccolo anello con un’appendice metallica che si inserisce in un apposito foro situato appena dietro il ponticello: spingendo l’appendice verso l’interno della bascula, il meccanismo di scatto viene svincolato e può essere estratto.

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La piastra in acciaio

Più semplice a farsi che a descriversi. Il monogrilletto selettivo è a funzionamento inerziale, con il passaggio da un cane all’altro per spostamento della massa inerziale.

A richiesta, l’828 U Black può essere dotato di una sicura automatica (molto in voga negli States) che è comunque facilmente implementabile anche su fucili che non ne sono dotati, mentre può essere rimossa, sempre con facilità, se avete un fucile con sicura automatica e volete passare alla sola sicura manuale. Allo sparo, il cane va a colpire il corrispondente percussore alloggiato sulla piastra di chiusura e deve passare attraverso una apposita finestra creata nell’alberino della chiave di apertura; se il fucile non è quindi in perfetta chiusura, la percussione non avviene.

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La piastra, oltre a chiudere come una cassaforte il fucile, reca anche i percussori; ben visibili le due molle posteriori che allontanano la piastra dai martelli quando il fucile non è in perfetta chiusura

La dotazione

L’828 U Black risulta alla bilancia leggero e maneggevole, dal momento che fa fermare l’ago a meno di 3 kg con canne da 70 cm, grazia anche all’adozione della bascula in lega di alluminio. Un fucile tecnologico facile da portare sul campo di caccia, un cuore di acciaio in un contenitore di alluminio….

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Il pacchetto di scatto rimosso dalla sua sede.

Molta attenzione è stata posta nel centraggio del baricentro, per rendere l’828 U un fucile stabile ed equilibrato. La dotazione prevede un’elegante valigetta in Abs, espressamente concepita per l’828 U e rivestita con un tessuto scozzese (tartan) di alta qualità. Decisamente completa la dotazione degli accessori, disposti con grande cura e ordine all’interno della valigetta.

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Il sovrapposto 828 U (qui raffigurata è la versione Silver) viene consegnato in un’elegante e compatta valigetta in tecnopolimero con una dotazione veramente completa

Considerazioni finali

Il Benelli 828 U Black, che segue il Silver nella sua presentazione al pubblico e agli appassionati, è un gran bel fucile, in grado di affiancare efficacemente il cacciatore nelle sue scorribande venatorie.

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In aggiunta alla dotazione “standard”, il fucile dispone anche di un set di intercalari in plastica per variare piega e vantaggio in modo micrometrico (più di 40 regolazioni possibili); una novità assoluta per un sovrapposto

Per quali cacce consigliamo il Benelli 828 U Black? Bella domanda, dal momento che giocando con gli strozzatori e in virtù del peso corretto, il fucile può diventare il degno completamento del corredo armiero (che magari prevede già un semiautomatico della Casa urbinate) per quasi tutte le specialità venatorie, escludendo magari soltanto gli anatidi. Con il Benelli 828 U Black entrerete in possesso di un oggetto che rappresenta al momento attuale la massima espressione tecnologica applicata ad un fucile a canne sovrapposte da caccia. Non mi resta difficile pensare che l’acquirente ideale per l’828 U sia una persona appassionata e curiosa di conoscere le meraviglie meccaniche di questo fucile e desiderosa di sparare con un fucile veramente “nuovo”, che sia nel più ricercato allestimento Silver, sia in quello Black, è destinato ad utenti dal palato fine in fatto di estetica, prestazioni e caratteristiche. Il prezzo di poco meno di 2.500 euro, al netto di sconti e/o promozioni, appare aggredibile dall’utente; di sicuro il prezzo è ampiamente giustificato dall’elevato contento tecnologico. A voi la scelta e…

buon divertimento!


I test di resistenza

L’828 U è troppo importante per l’azienda urbinate e va da sé che è stato sottoposto  a test severissimi che hanno riguardato il fucile nel suo complesso, nonché la resistenza all’usura delle singole componenti. Test di sovra pressione (partenza da 1.800 Bar con cartucce a pressioni crescenti, sino a 2.500 Bar senza variazioni dello spazio di testa) e innumerevoli fucilate nelle condizioni climatiche più severe (ambienti polari o tropicali, nebbia salina) e endurance test (20-30.000 colpi). Qualifiche militari, che sono state trasferite nel settore delle armi ad anima liscia.


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Foto A: Immagine (in negativo) della rosata ottenuta sparando a 35 metri di distanza con il fucile sovrapposto 828 U Black con strozzatura una stella (Full) nella prima canna (cartuccia Baschieri & Pellagri MB Classic da 32 grammi di piombo numero 8). Si confronti la foto con quella successiva, per valutare l’estrema vicinanza dei due centri di rosata (evidenziati dalla croce).

Foto B: stesse condizioni sperimentali, ma fucilata esplosa con la seconda canna; i centri sono praticamente coincidenti


Serie di immagini eccezionali che illustrano il comportamento dello sciame dei pallini (cartuccia Fiocchi Pl 32) a 5 metri di distanza dalla volata, variando la strozzatura.


La prova sul campo

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Un sorridente Marco Vignaroli (central director in Benelli) imbraccia il sovrapposto 828 U Black all’interno della sede di Urbino

L’autore e il direttore editoriale della C.A.F.F. Editrice, Roberto Canali, hanno avuto modo di testare a lungo e in maniera completa il Benelli 828 U Black. Siamo stati ospiti (come di consueto per le prove Benelli) del bellissimo impianto di Rio Salso (Tavullia, Pu), gestito dalla famiglia Pacassoni. Complice una stupenda giornata di sole, il sovrapposto è stato messo a dura prova: centinaia (e sottolineo centinaia) le cartucce sparate; ho approfittato della situazione favorevole (piattelli a volontà e cartucce in abbondanza) per poter sparare senza sosta. Onestamente ero curioso di valutare il rendimento del fucile, in condizioni gravose di utilizzo. Orbene, le sole soste che sono state osservate erano quelle necessarie a permettere il raffreddamento naturale delle canne, divenute incandescenti.

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Roberto Canali (direttore editoriale della C.A.F.F. Editrice) guarda con interesse il fucile, prima di accingersi ad una sessione in pedana

Sempre potente l’espulsione, caratterizzata da un inedito “ritardo” fra la prima e la seconda cartuccia (non saltano via contemporaneamente), dovuto proprio alla strutturazione del complesso estrattore/espulsore. Gli espulsori ad impulso hanno funzionato perfettamente durante tutta la sessione di tiro, in tutte le armi provate (ne avevamo ben tre a disposizione). Sensazioni allo sparo: il fucile spara bene, molto bene e la fatica necessaria per l’imbracciata/spostamento è realmente contenuta. Malgrado il peso non eccessivo, l’arma risulta stabile anche sul secondo colpo. Ottima la sensazione di riduzione del rinculo, cosa che ci ha permesso di arrivare in fondo al test senza piangere per le nostre spalle o guance.

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Pronti allo sparo….

Ho soltanto avuto la malaugurata idea di sparare 150 cartucce magnum (56 grammi) con regolarità alla fine del test, accusando un poco le fucilate. Colpa mia. Terminati i test in campo, sono state effettuate (come di consueto) anche le prove di rosata nel tunnel Benelli.


Gli espulsori ad impulso

Benelli 828 UL’immagine illustra il rivoluzionario sistema di espulsori ad impulso; gli ejector sono alloggiati completamente nel manicotto con gli steli caricati elasticamente e trattenuti “arretrati” da un ritegno che, allo sparo, sarà svincolato da un pistoncino alloggiato in una cavità cilindrica nello spessore della parete della camera di cartuccia; allo sparo il pistoncino riceve l’impulso trasmesso dalla dilatazione elastica della parete della cartuccia e sgancia il corrispondente ejector, che riceverà l’impulso dalla distensione della molla che lo carica. Nella fotografia, la posizione (evidenziata dalla freccia) dei due pistoncini nelle rispettive camere di scoppio.

Da Armi Magazine Luglio 2016 di Simone Bertini


Benelli 828 U Black cal. 12

Produttore: Benelli Armi, tel. 0722 3071; www.benelli.it

Modello: 828 U Black

Calibro: 12
Destinazione d’uso: sovrapposto uso caccia
Camera: 76 magnum
Carcassa: in Ergal anodizzata nera (Black)
Distanza calcio/grilletto: 375 mm standard (disponibile 365 o 385 mm)
Deviazione calcio: modificabile destra/sinistra
Canne: brunite lucide, con trattamento criogenico, 65 o 70 cm di lunghezza, forate al massimo a 18,5 mm in anima
Estrazione: estrattori automatici ad impulso
Bindella: in fibra di carbonio, ventilata da 7 mm
Strozzatori: in numero di cinque, criogenici da 7 cm (5, 4, 3 stelle Steel Shot ok + 2 e 1 stella no Steel Shot)
Grilletto: monogrilletto selettivo inerziale, cromato lucido a base di nichel
Mirino: fibra ottica fluorescente di colore rosso
Sicura: manuale, disponibile automatica
Calcio: a pistola, in noce selezionato finito ad olio (Grado 3) e munito del sistema Progressive Comfort. Astina ergonomica con sgancio di sicurezza
Calciolo: in poliuretano speciale intercambiabile
Nasello: in poliuretano speciale intercambiabile
Piega e deviazione: nuovo sistema di regolazione micrometrica di piega e vantaggio; piega montata 55 mm; deviazione montata 6 mm destra; pieghe in dotazione: 42,5/45/47,5/50/52,5/57,5/60/62,5/65 mm; deviazioni in dotazione: 6 mm sinistra; 3 mm sinistra; 3 mm destra
Peso: 2,980 kg circa con canne da 70 cm di lunghezza