Covid-19 e comparto armiero: ne parlano i protagonisti

Abbiamo incontrato in una tavola rotonda virtuale alcuni protagonisti del settore armiero italiano per discutere della ricaduta che avrà il blocco di due mesi delle attività imposto dal Governo in seguito alla pandemia di Covid-19.

Come si presentano alla fatidica data armerie e produttori? E quali saranno gli effetti del Covid-19 sul comparto armiero?

Verso la riapertura

Lunedì 18 maggio, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, riapriranno le armerie e c’è da scommettere che moltissimi non rispetteranno il giorno di chiusura canonico in tempi “normali”.

Gli armieri, che escono da due mesi di mancati guadagni, hanno dovuto affrontare oltretutto le spese per mettere in sicurezza il proprio negozio. I produttori hanno subito un calo dell’attività – certificato dai dati del Banco di prova – del 30% nei primi quattro mesi del 2020.

E il futuro non si presenta particolarmente roseo, tenendo conto che la “sburocratizzazione” è ancora molto lontana da raggiungere e a farne le spese sarà tutto il comparto, compresi gli appassionati, alle prese con scadenze, posta certificata e complicazioni varie.

Covid-19 e comparto armiero

Abbiamo discusso degli effetti del lockdown sul comparto armiero con:

  • Antonio Bana, presidente Assoarmieri;
  • Emanuele Paniz, direttore generale del Banco nazionale di prova;
  • Mauro Silvis, direttore generale Anpam, Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni Sportive e Civili;
  • Fabio Ferrari, consulente legale e storico collaboratore di Armi Magazine.

A moderare la discussione, il direttore editoriale di Armi Magazine Caccia Magazine, Matteo Brogi.

Molti gli spunti che meriteranno un approfondimento nelle prossime settimane, quando si vedranno gli effetti del decreto Rilancio da 55 miliardi annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

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