Difesa abitativa

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In una situazione di difesa abitativa, avremo almeno il vantaggio tattico di conoscere l'ambiente, sapendo in anticipo da dove potrebbero arrivare gli aggressori e l'ubicazione dei possibili ripari, di cui approfitteremo per ricaricare l'arma

Tiro di difesa: una delle motivazioni per cui si decide di acquistare un’arma è la difesa abitativa. Ma qual è l’arma ideale? Con che munizioni conviene caricarla? E come bisogna allenarsi per essere certi di utilizzarla in modo efficiente? Vediamolo insieme

In questo articolo, come sempre aiutati dal direttore della Beretta Defense Shooting Academy Marco Buschini, ci occupiamo di difesa abitativa. Data la complessità dell’argomento, non ne tratteremo gli aspetti legali, concentrandoci sulla scelta dell’arma e su come utilizzarla.

Il contesto

A costo di apparire noiosi, è necessario fare la solita premessa sul contesto operativo, che è alla base di quanto diremo in seguito.

Una situazione di difesa abitativa avrà probabilmente luogo di notte, mentre stiamo dormendo: al consueto stress dovuto allo scontro, si sommeranno la confusione derivante dalla sveglia improvvisa, e la paura derivante dalla presenza di eventuali familiari. Con il battito accelerato, la visione a tunnel, il respiro affannoso e le mani che sudano, anche un minimo inconveniente potrebbe diventare un problema insormontabile.

La scelta dell’arma

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Muovendoci per la casa, adotteremo la posizione di low ready, con l’indice appoggiato lungo il lato dell’arma. L’unico accessorio utile, oltre a quanto presente in foto, sarà una torcia fissata all’arma, per la corretta identificazione dei bersagli

Una pistola è certamente in grado di servire allo scopo, a patto che abbia uno scatto tale da garantire sicurezza anche una volta armata, sia per peso sia per tipologia. Tuttavia, potendo scegliere, nella difesa abitativa un calibro 12 presenta numerosi vantaggi rispetto all’arma corta: facile e istintivo da maneggiare, non richiede di mirare in modo altrettanto accurato, soprattutto se caricato con le giuste munizioni.

Sceglieremo un semiauto, non un pompa, perché sotto stress può accadere di dimenticarsi di ricaricare dopo il primo colpo o peggio, farlo in modo scorretto, bloccando l’arma. Eviteremo i modelli che al posto del calcio hanno l’impugnatura a pistola, più difficili da controllare.

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Per caricare l’arma apriremo l’otturatore e inseriremo il primo colpo direttamente nella finestra d’espulsione. Se lo prenderemo in mano con l’innesco rivolto dalla parte dell’indice, passeremo sopra la scatola di culatta…

La mancanza di luce

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… mentre se avremo la cartuccia con l’innesco in prossimità del nostro dito mignolo, per inserirla nella finestra d’espulsione sarà più comodo passare da sotto. L’unico modo per non fare confusione, è allenarsi assiduamente

 

 

 

 

 

 

 

In caso di aggressione in casa, avremo almeno il vantaggio di conoscere l’ambiente in cui ci dovremo muovere, sapendo da dove potrebbero arrivare gli aggressori, e l’ubicazione dei possibili ripari. Per non perdere questo prezioso elemento, non potremo accendere la luce; tuttavia dovremo poter inquadrare e identificare correttamente il bersaglio, quindi sarà bene avere una torcia fissata all’arma, che impiegheremo secondo i criteri enunciati nel nostro precedente articolo sulle low light tattics. Altra cosa importantissma: dovremo essere in grado di manipolare i comandi anche in penombra o al buio.

La giusta cartuccia

Per capire che cartuccia ci serve, pensiamo di nuovo a dove ci troviamo: siamo al chiuso, circondati da muri sia portanti che divisori, oltre i quali possono esserci familiari o vicini. In caso d’ingaggio, questo avverrà a distanze estremamente ridotte. Taluni consigliano le cartucce in gomma, ma queste hanno molte controindicazioni.

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Fra gli errori più gravi ci sono il tenere l’arma rivolta verso il soffitto e il caricarla capovolgendola, magari distogliendo pure lo sguardo dal teatro: dobbiamo essere sempre pronti a contrastare una minaccia

Innanzitutto ci costringerebbero a scegliere un pompa, dato non sono in grado di riamare un semiauto. Inoltre, nonostante la definizione di less than letal, a distanza ravvicinata possono rivelarsi molto lesive, se non letali. Infine consideriamo che il ricorso all’arma rappresenta l’ultima risorsa, pertanto se ci si è costretti, deve essere risolutivo. Sceglieremo munizioni normali, con proiettili in piombo, che si deformino piuttosto che rimbalzare. A questo punto i pallettoni potrebbero sembrare la scelta perfetta, ma anche loro sono dotati di un’energia notevole, con cui possono agevolmente passare i muri. L’ideale sono i caricamenti a pallini: entro i 4-5 metri la rosata è abbastanza stretta da attingere numerose volte il bersaglio, ma abbastanza aperta da farlo anche se non abbiamo mirato perfettamente. E nel caso lo mancassero, proseguendo la corsa, il rischio di passare le pareti o di innescare pericolosi rimbalzi sarà drasticamente ridotto.

Ricaricare l’arma

A seconda di come e dove viene custodito il fucile, del nostro addestramento e di altre circostanze, potremmo trovarci a partire da una condizione di arma carica o scarica. Nella seconda eventualità, il caricamento avverrà tenendo il calcio contro la spalla, mai capovolgendo lo shotgun.

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La scelta del caricamento è fondamentale. Da destra verso sinistra, pallettoni in gomma non letali, la classica Brenneke, pallettoni in piombo e pallini. Inaspettatamente sono proprio questi ultimi la scelta migliore

La mano forte terrà il fucile, con l’altra apriremo l’otturatore, prenderemo una cartuccia e la inseriremo dalla finestra d’espulsione senza perdere tempo a posizionarla in modo particolarmente accurato, infine manderemo in chiusura l’otturatore. Le altre le caricheremo nel serbatoio dalla parte inferiore, spingendole bene in fondo. Durante lo scontro cercheremo di non arrivare mai ad avere l’arma scarica, ricaricandola non appena al riparo.

L’importanza dell’addestramento

Muovendoci per la casa, adotteremo la posizione di low ready, con l’indice appoggiato lungo il lato dell’arma, evitando di puntare la volata verso l’alto: se partisse un colpo verso il soffitto, potremmo essere travolti dai calcinacci, colpiti di rimbalzo, o attingere qualcuno a un eventuale piano superiore. Come sempre, il modo migliore per gestire una situazione complessa come quella che abbiamo finora descritto, è essercisi già trovati. Ovviamente non in una reale, ma in un corso ad hoc, dove venga simulata nel miglior modo possibile, facendoci apprendere gli automatismi e abituandoci alle condizioni di luce. Non eliminerà il rischio, ma ci darà qualche chance in più di cavarcela. Per questo, fra i corsi organizzati da Beretta Defense Shooting Academy ce n’è anche uno dedicato allo shotgun, dove vengono trattati sia i pompa sia i semiauto.

Il Beretta 1301 Tactical

Il Beretta 1301 è stato progettato espressamente per il law enforcement e la difesa abitativa, e dunque non sorprende che riassuma le caratteristiche ideali per questo impiego. Nella versione Tactical, lunga appena 96 centimetri, è di facile brandeggio anche in spazi angusti, pur offrendo tutta la stabilità di una robusta calciatura in polimeri, per giunta regolabile fino a ottenere l’appoggio ideale. Difesa abitativaAnche l’astina è realizzata in materiale plastico e, come l’impugnatura, è ricoperta da una fitta texture molto grippante. Per la massima leggerezza, la scatola di culatta è in alluminio aeronautico anodizzato. Di serie il Beretta 1301 Tactical è dotato di manetta di armamento, pulsante di sgancio otturatore e traversino della sicura manuale maggiorati, che ne rendono l’uso immediato e intuitivo. Inoltre è già accessoriato con una slitta Picatinny Mil-Std 1913 e mire Lpa Ghost Ring.
Il sistema di funzionamento Blink rende il 1301 Tactical velocissimo, e il serbatoio tubolare è in grado di contenere fino a sei cartucce calibro dodici con bossolo da 76 mm.

Per saperne di più

Beretta Defense Shooting Academy

tel. 041 8655547

e-mail: bdsa@beretta.com

sito: http://www.beretta.com/it-it/world-of-beretta/beretta-defense-shooting-academy

Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCVw79xtJjJ4nCR4xvPffu2Q
Facebook:  https://www.facebook.com/Marco-Buschini-325383430915801

a cura di Tommaso Rumici