Qualche lettore ci chiede perché, nei test a fuoco delle pistole – sia in video sia sulla rivista – diamo rilevanza alle misurazioni dello scatto.
Eseguita con un apposito strumento che fornisce anche la media tra N misurazioni, in concreto la misura dello scatto non è determinante per definire la bontà di una pistola destinata a un utilizzo che non sia quello agonistico. In tale ultimo caso ci pensa il regolamento delle varie discipline sportive a imporre eventuali limiti, contro scatti troppo leggeri, per motivi di sicurezza, e per omogeneità tra i vari concorrenti. Uno scatto di pochi etti – per una pistola è già leggerissimo – conta per un impiego in tiro lento mirato, sparando a una mano.
Nelle altre situazioni diviene meno determinante; conta maggiormente l’assenza di attriti e il fatto che (dopo lo stop del grilletto) la caduta del cane o del percussore sia netta e pulita. Capitano armi corte con 2,5 kg di scatto che sembra leggero tanto è netto e pulito. A mio parere tutto va relazionato anche alla dimensione del bersaglio da colpire: se dobbiamo infilare un centro su un bersaglio per pistola ad aria compressa a 10 metri, va da sé che lo sforzo per lo scatto deve essere minimo, impercettibile. In altri casi, dove il bersaglio è di maggiori dimensioni, è accettabile che lo scatto sia più pesante, soprattutto se possiamo tirare a due mani con maggiore facoltà di controllo.
La gestione dello scatto
Per le pistole concepite per un uso militare, di servizio armato o difensivo, lo scatto leggero va evitato per motivi di sicurezza. In situazioni di stress è facile applicare una certa pressione sul grilletto anche in modo involontario, a livello di riflesso nervoso; uno scatto leggero farebbe sicuramente partire un colpo (o più di uno) che potrebbe costituire un rischio fatale per terze persone e anche per lo stesso tiratore.
Quindi: saper gestire lo scatto è fondamentale per un ottimo piazzamento nel tiro lento mirato. Uno scatto leggero richiede molta concentrazione e parecchio allenamento per essere sfruttato positivamente; in campo agonistico torna senz’altro utile, nel tiro ludico sportivo non è indispensabile, per impiego professionale/difensivo è da evitare.
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