Il padre perse le proprie, niente più armi al figlio collezionista

Bullets on floor

Le aveva sistemate per sbaglio nella soffitta dei vicini. E non le aveva neppure denunciate tutte. Ma di mezzo ci va il figlio collezionista: revocato il porto d’armi.

Non aveva denunciato il presunto furto delle armi del padre, peraltro non tutte regolarmente registrate: collezionista novarese perde porto d'armi.
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Non aveva segnalato alle autorità il presunto furto delle armi del padre che peraltro non le aveva denunciate tutte e che poi, “verosimilmente in stato confusionale a causa di un ictus e di un trauma cranico”, le aveva depositate per errore nella soffitta dei vicini di cui aveva le chiavi. E il Tar del Piemonte ha confermato la decisione della prefettura: a causa di questo episodio un collezionista novarese perde la patente di affidabilità e la titolarità del porto d’armi.

Storia complessa, all’inizio non chiarissima neppure dopo un paio di letture della sentenza. In sintesi: il procedimento ha preso il via nel 2012, nel momento in cui la vicina ha rinvenuto alcune armi “di natura pregiata e non comune” nella propria pertinenza e ha avvertito la polizia. Tra le armi ce n’era anche una registrata, una pistola Sig Hammerli P210 di proprietà del padre del collezionista. Nell’istante del ritrovamento, l’uomo si è assunto esplicitamente la responsabilità della vicenda.

Ma troppo tardi: sul figlio gravava “l’obbligo di informare l’autorità di polizia della sparizione delle armi, anche [ammettendo] che queste fossero di proprietà esclusiva del padre. Difatti, da un lato le armi erano anche nella sua disponibilità […]; dall’altro l’asserita condizione di confusione mentale con stati di amnesia del genitore costituisce una circostanza idonea a configurare l’obbligo in capo al ricorrente, in qualità di persona informata dei fatti, di fare immediata denuncia della sottrazione delle armi”. La mancata denuncia di un furto, che poi furto non era, di armi che poi si è scoperto non essere tutte regolarmente registrate segnala “una condotta inescusabilmente superficiale” che fa pensare “a una consapevolezza del carattere illecito della detenzione”. È chiaro che si rimane col dubbio. Ma per il Tar tutto ciò è sufficiente per revocare il porto d’armi sportivo e la licenza per collezione di armi comuni.