Introduzione all’avancarica: la polvere nera

Polvere nera

La Polvere Nera ha dominato incontrastata per secoli essendo l’unico propellente disponibile per le armi da fuoco. Sulla sua pericolosità girano voci forse allarmistiche, talvolta vere e proprie esagerazioni, ma in fin dei conti è “meglio aver paura che prenderle” e, tutto sommato, i comportamenti precauzionali necessari per evitare problemi non sono difficili da seguire

Le armi ad avancarica devono utilizzare solo Polvere Nera o uno dei suoi recenti sostituti (Pyrodex o TripleSeven): mai impiegare le moderne polveri “senza fumo”, pena danni seri all’arma e al tiratore. Può sembrare impossibile che una canna in acciaio dallo spessore elevatissimo, come possiamo vedere ad esempio su una replica di Hawken o su modelli civili similari, non sia in grado di reggere polveri moderne al pari delle carabine rigate che molto spesso hanno pareti più sottili: in effetti non è la canna, realizzata oggi in acciai titolati e con metodologie in grado di dare resistenze eccezionali, ma è tutto il resto a non essere in grado di sopportare i diversi regimi pressori delle moderne polveri mono e bibasiche. Il “resto” consiste nel vitone posteriore e, soprattutto, nella filettatura del luminello e nel luminello stesso, strutture non progettate per resistere ai picchi elevati di pressione tipici delle polveri senza fumo. Quello che differenzia infatti la Polvere Nera dai moderni propellenti è proprio il modo di bruciare e di generare la pressione necessaria a lanciare il proiettile. La polvere nera “esplode”, ovvero brucia ad altissima velocità, anche a pressione atmosferica e la sua velocità di combustione non varia di molto all’aumentare della pressione o della temperatura laddove le polveri moderne risentono fortemente di questi due parametri: per sincerarsene basta provare a dare fuoco, con le precauzioni del caso, ad un piccolo mucchietto dei due propellenti. La Polvere Nera si trasformerà immediatamente in una nuvola di fumo, producendo un sordo tonfo, mentre quella senza fumo inizierà a bruciare lentamente per poi aumentare di virulenza man mano che la temperatura circostante aumenta a causa del suo stesso bruciare e se la dose utilizzata è abbastanza corposa vedremo la fiamma diventare sempre più alta e rabbiosa.

Due mondi diversi

E pensare che sta aumentando solo la temperatura e, di pochissimo, la pressione circostante: immaginate cosa succede all’interno della canna del fucile, con entrambe queste grandezze che salgono rapidamente e aumentano ancora di più la velocità di combustione del propellente.

Questa differenza tra i due mondi, la Polvere Nera e i propellenti moderni, comporta che in alcuni Stati, soprattutto negli USA e nel Regno Unito, vigano due regimi diversi: la Polvere Nera è classificata come “esplosivo”, mentre gli altri sono solo propellenti, con diversi regolamenti per quanto riguarda il loro trasporto e la loro conservazione. In Italia, almeno per il semplice ricaricatore, non esistono differenze normative, ma è bene che chi utilizza la Polvere Nera ne conosca approfonditamente gli aspetti critici e adotti comportamenti adeguati. Premettiamo che sulla pericolosità della Polvere Nera girano voci forse allarmistiche, talvolta vere e proprie esagerazioni, ma in fin dei conti è “meglio aver paura che prenderle” e tutto sommato i comportamenti precauzionali necessari per evitare problemi non sono difficili da seguire.

In primo luogo ricordiamo quelli che sono i modi di fare corretti quando si opera con un qualsiasi tipo di propellente: non fumare, non operare vicino a fiamme libere, tenere pulito ed ordinato il piano di lavoro, caricare un solo tipo di polvere per volta e soprattutto porre la massima attenzione a quello che si fa.

Vero o falso?

Leggendo in rete o sulla carta stampata non è difficile trovare storie dell’orrore legate alla Polvere Nera, quali accensioni impreviste o accidentali, esplosioni improvvise e così via: molte sono sicuramente esagerazioni o frutto di comportamenti inadeguati, ma meritano di essere discusse.

La prima “leggenda metropolitana” è quella che vede la Polvere Nera esplodere anche a fronte di comportamenti normalissimi come aprire il barattolo in cui è contenuta: forse sarà successo realmente in circostanze particolari, utilizzando contenitori assolutamente inadatti con tappi in grado di generare calore e scintille al momento dell’apertura. Sia come sia, state certi che utilizzando solo i recipienti originali tale rischio, eventuale o presunto che sia, è del tutto eliminato.

Altro “azzardo” si dice sia quello di travasare da un recipiente all’altro grossi dosi di polvere, operazione che pare possa generare scintille né più né meno come quando ci si sfila un maglione facendolo sfregare su altri indumenti. Di nuovo non vediamo necessità di questi travasi “industriali”: qui possiamo al più avere barattoli da un chilogrammo, non certo bidoni da decine di chili, ed in ogni caso operando lentamente quando rimettiamo la polvere avanzata nel suo contenitore elimineremmo l’eventuale problema di creazione di cariche elettrostatiche.

Infatti, proprio la cariche elettrostatiche sembrano essere il problema più grosso relativamente alla pericolosità della Polvere Nera: vero o falso? Sono noti alcuni esperimenti che non sono riusciti a provocare l’accensione della polvere con vari tipi di scintille, anche molto più potenti di quelle che si possono generare per l’elettricità elettrostatica, ma il dubbio rimane e in ogni caso basta poco per evitare l’accumulo di elettricità sia sulla nostra persona che sugli strumenti utilizzati: prima di maneggiare la polvere basterà scaricare il proprio corpo toccando un conduttore messo a terra, come un tubo metallico dell’acqua o un termosifone, ed evitare di utilizzare contenitori di plastica che non siano certificati antistatici sia per la ciotola da cui doseremo la polvere sia per conservare le cariche predosate. Anche il vetro sembra possa dare luogo a cariche ed in ogni caso eviteremmo di riporre la polvere in barattoli o provette di questo materiale, fragile e fonte di pericolose schegge.

Cose… da non fare!

Se quelle descritti sopra sono pericoli sicuramente ingigantiti ma che costa poco prevenire, vi sono invece dei comportamenti da evitare assolutamente quando si usa la Polvere Nera. Ad esempio, il rischio di generare calore e scintille accidentali porta a non utilizzare mai dosatori rotanti realizzati in materiali ferrosi, come sono quelli offerti dai principali produttori di attrezzi da ricarica, progettati per le polveri moderne. Premesso che per preparare le dosi necessarie all’avancarica non serve un dosatore ma bastano ed avanzano i misurini tradizionali, se proprio si vuole usare uno di questi strumenti si deve impiegare un dosatore specificamente progettato per la Polvere Nera: il fatto che i più grandi produttori di attrezzatura, come Hornady, Lyman e RCBS, abbiano a listino dosatori realizzati con rotori in ottone e serbatoi in alluminio è un’evidente dimostrazione della pericolosità dei normali attrezzi in ferro e plastica. Come conseguenza dei rischi dell’attrito tra acciaio ed acciaio eviteremmo di intervenire sul luminello, svitandolo o avvitandolo, con una carica in canna, operazione cui abbiamo assistito molte volte per vari motivi: mai visto un problema, ma non ci pare un comportamento prudente. Resta da parlare della possibilità che la Polvere Nera si accenda per compressione. Anche qui sono stati realizzati numerosi test e la conclusione è stata che solo utilizzando materiali ferrosi per martello e incudine si possano raramente avere accensioni, per cui il problema sarebbe un caso particolare di quello descritto appena sopra. Si parla in ogni caso di vere e proprie martellate, per cui caricando e battendo con la bacchetta la palla non si corre alcun pericolo (chiaramente se lo fate con un Toscano acceso in bocca…). È però presente un altro rischio e si deve porre attenzione al momento dell’introduzione della polvere nella canna del nostro fucile: può sembrare simile all’operazione di riempimento di un normale bossolo, ma non è così. Il problema nasce dal fatto che la polvere nera non brucia completamente: la maggior parte si trasforma in gas ma circa la metà dà luogo a fecce e residui appiccicosi che rimangono attaccati alle pareti della canna e, soprattutto, si accumulano sul fondo della canna stessa. È quindi possibile che questi composti continuino a bruciare come brace sotto la cenere o rimangano incandescenti per qualche secondo dopo lo sparo: versateci sopra la nuova dose di polvere ed è ovvio cosa possa succedere. Confessiamo di non aver mai assistito a queste accensioni inaspettate, ma dobbiamo riconoscere che sono possibili, soprattutto se si ricarica in velocità dopo lo sparo. Come affrontare questo problema? Innanzitutto aspettando qualche secondo, poi non puntando mai la volata verso la nostra faccia durante l’inserimento della polvere e infine usando solo dosi preparate e conservate nelle apposite provette antistatiche: mai versare la polvere direttamente dalla fiaschetta perché in caso di accensione ci troveremmo a stringere nella mano una vera e propria bomba. Se poi, come sarebbe buona abitudine, tra uno sparo e l’altro si passa una pezzuola in canna, questo rischio viene totalmente annullato. Infine, ed abbiamo proprio finito, con la Polvere Nera non si devono avere spazi vuoti tra la carica e la palla: un segno sulla bacchetta ci permetterà di vedere subito se abbiamo raggiunto la posizione corretta o se fecce e sporco hanno bloccato il proiettile prima che sia arrivato a contatto con la dose di polvere.

Conclusioni

Abbiamo parlato di un sacco di problemi, veri o presunti, e speriamo di non avere allarmato chi intenda avvicinarsi all’avancarica: leggendo con attenzione si vede che bastano piccole precauzioni per potersi godere il nostro sport senza alcun rischio, e divertirsi come e più che con le moderne carabine.