Roth-Steyr Modello 1907, la prima “rototraslante”

La Roth-Steyr M 07 - visibile in basso - insieme all’erede Steyr M 12 pongono le basi per le soluzioni tecniche rielaborate a quasi un secolo di distanza. Sono visibili le relative lastrine di caricamento dalla capienza, rispettivamente, di 10 e otto cartucce

Sommessamente si sta riaffacciando sulle moderne produzioni di serie il sistema di ritardo d’apertura affidato al movimento rototraslante della canna. Sull’idea del progettista boemo Karel Krnka videro la luce la Roth-Steyr Modello 1907 e la successiva Modello 1912, rispettivamente camerate nei calibri 8 e 9 mm Steyr

Agli inizi del Novecento, l’imperial regio esercito austro – ungarico soffriva della necessità di dotarsi di una pistola semiautomatica in linea con i progressi meccanici che caratterizzavano l’epoca. Trovò la risposta nella Roth-Steyr Modello 1907. Alla morte di Josef Werndl, fondatore della ditta Österreichische Waffenfabbriks-Gesellschaft (Öwg) con sede in Steyr, la direzione passò sotto il controllo di Otto Schönauer. Quest’ultimo si avvalse di molte collaborazioni. Tra le più note quella con Ferdinand Mannlicher, dove prese forma la carabina da caccia Mannlicher-Schönauer Stutzen. La progettazione della nascente arma da fianco destinata alle truppe austro – ungariche, differentemente, vide l’intervento di Georg Roth (proprietario dell’omonima fabbrica di munizioni) e Karel Krnka, già conosciuto per la sua Roth-Krnka Modello 1895.

 

Meccanica inedita

Il fianco sinistro della M 07 mostra la presenza della leva di hold open. In basso, la lastrina di caricamento contenente 10 munizioni in calibro 8 mm Roth-Steyr. Sullo sfondo una coeva sciabola da cavalleria in dotazione alle truppe austro-ungariche

La meccanica della Steyr M 1907 è del tutto inedita, come inusuale è la sua forma. Il carrello-otturatore non è a vista, bensì contenuto all’interno del telaio della pistola. Questo componente avvolge la canna per quasi tutta la sua lunghezza. La sua porzione anteriore fuoriesce dalla sagoma dell’otturatore e, a pochi centimetri della volata, presenta due piccoli ramponi posizionati a 180° l’uno dall’altro. I due risalti metallici fresati dal pieno andranno a innestarsi nel tappo anteriore nel quale sono ricavate due guide elicoidali. Il sistema permette al gruppo canna-otturatore di rinculare solidalmente per una corsa di circa 8 millimetri prima che i due elementi si svincolino terminando il ciclo di riarmo della pistola. L’ulteriore coppia di ramponi – progettati per il bloccaggio tra canna e otturatore – sono ricavati poco oltre la fine della camera di cartuccia, ancora simmetricamente orientati. L’arma da fianco – seppur priva di caricatore e assoggettata all’uso delle piastrine di caricamento per camerare le 10 munizioni nell’omonimo calibro 8×19 mm Steyr – beneficiava di mirabili soluzioni meccaniche come la leva di hold open. Non ultimo, il sistema di scatto di tipo semi doppia azione. Il percussore lanciato è parzialmente armato nella fase di cameratura della prima cartuccia e solo la profonda compressione del grilletto completerà il ciclo di sparo attraverso un ulteriore scatto intermedio: “la M 07 fu l’arma ideale per la cavalleria asburgica, non poteva far partire spari accidentali” (Attilio Selvini, Meccanica delle armi corte. I sistemi di chiusura delle pistole semiautomatiche dall’Ottocento ad oggi, Maggioli Editore, 2019, p. 111). Non appena l’adozione divenne ufficiale, la fabbricazione della Roth-Steyr Modello 1907 fu delegata allo stabilimento Öwg con sede in Steyr insieme alla Fegyver és Gépgyár (Fég) di Budapest per una produzione totale circa 90.000 pezzi (Loriano Franceschini, Pistole militari imperiali, Armi da fianco secondarie degli eserciti del Kaiser, Editoriale Olimpia, Firenze, 2006, p. 184).