Ruger .22 Auto Pistol MkII, bella e… onesta

La genesi di una pistola, la Ruger .22 Auto Pistol MkII, che riflette quella di una delle maggiori aziende americane nel settore delle armi: la Sturm-Ruger di Southport

La Ruger è un’azienda abbastanza atipica nel panorama americano: pur essendo uno dei grandi colossi, è molto recente. Viene fondata nel 1946 da William Batterman Ruger (che la guidò fino al 2000 e di cui è stato la grande mente progettuale) e da Alexander Sturm (socio finanziatore, amico di Ruger e addetto alle pubbliche relazioni). Purtroppo Sturm, a parte il logo dell’azienda ed il capitale iniziale non ha avuto tempo di lasciare il segno, visto che è prematuramente scomparso per un’epatite virale nel 1951. Altra cosa particolare di quest’azienda, è che ha costruito le basi per la sua fortuna con la produzione di una sola pistola, la .22 Lr semiautomatica oggetto di queste pagine; l’arma è di sua progettazione, e per almeno quattro anni è stata l’unica arma prodotta nello stabilimento. Di per sé la costruzione di una pistola semiautomatica in .22 Lr, dotata di chiusura a massa non ha nulla di così trascendentale, ma le innovazioni apportate da Bill Ruger, grande genio della meccanica ed espertissimo nella costruzione di macchinari ed utensili, sono soprattutto legate alle tecniche costruttive (saldatura e utilizzo di microfusione in particolare) volte a ridurre i costi all’osso pur senza scendere a compromessi sulla qualità. È riuscito quindi ad allestire una pistola che rispondesse perfettamente al suo obiettivo, cioè: “offrire una pistola bella e onesta, su cui si possa fare affidamento assoluto, destinata al lavoratore medio americano e che se la possa permettere con una sola settimana di onesto lavoro”.

 

Alla ricerca dell’affidabilità

L’obiettivo fu raggiunto appieno, tanto che nei primi anni di produzione furono costretti a emettere comunicati sul ritardo di consegna per l’esubero di richieste: l’arma costava all’uscita, nel 1949, soli 37,5 dollari (circa la metà della concorrenza), e ha una linea molto accattivante; Ruger infatti, da appassionato armiero e uomo intelligente, copiò l’angolo dell’impugnatura della Luger, universalmente considerato uno dei più confortevoli al tiro ed appaganti per l’estetica (non a caso la canna di questa pistola ne ricalca molto il profilo). Inoltre, la .22 Lr di Southport si dimostra meravigliosamente precisa (le prime canne vennero fornite dalla Marlin) e straordinariamente affidabile; non bisogna dimenticare che, per ottenere questo risultato, William Ruger rischiò il fallimento dell’azienda per poter testare e perfezionare il progetto originario: si pensi solo che la richiesta di brevetto fu avanzata nel 1946, e che le consegne cominciarono solo

La Ruger .22 Auto Pistol MkII appoggiata sulla “Bibbia” dell’appassionato Ruger, il “Pistol & Revolver Ruger” di John
C. Dougan; questo è il testo dedicato alla produzione tra il 1949 e il 1973

nell’inoltrato 1949.

 

Un pezzo di storia americana

Non si può dire che non abbia osato e perseverato, ma i fatti gli hanno dato ragione. Chi ha la fortuna di possederne una, sa cosa vuole dire: la pistola sta in mano benissimo, il trigger reach è perfetto e il funzionamento è impeccabile, sia che si utilizzino tranquille munizioni da tiro che supersoniche; la precisione è eccellente. Il modello provato in questa occasione è un Mark II Standard, con canna leggera lunga 4” e ¾ , brunita, a cui sono stati aggiunti un set di mire regolabili Lpa, che mantengono un profilo molto sfuggente che non appesantisce l’occhio (che si sa, vuole la sua parte), ma offrono completa e comoda possibilità di regolazione sia in alzo che in deriva. Come si vede esteticamente è perfetta, pur avendo tirato qualche decina di migliaia di colpi. A chi fosse interessato a una pistola semiautomatica in questo calibro, mi sentirei di consigliarla senza dubbio né incertezza: non solo è affidabile e spara meravigliosamente, ma ha fascino (del resto è molto ispirata alla Luger, di cui ricorda anche il nome) ed è un pezzo di storia americana. Se è vero che anche le armi possono avere un’anima, ed io ne sono fermamente convinto, questa ce l’ha. Ed è una gran bell’anima: quella di Bill Ruger.