2.300.000 motivi per lo sciopero della fame

Sciopero della fame

Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, ha ripreso a digiunare per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione delle carceri e spingere la politica a discutere la proposta di legge di iniziativa popolare sulla riforma della legittima difesa.

Sciopero della fame per Aldo Di Giacomo (Sindacato Polizia Penitenziaria): necessario discutere il ddl di iniziativa popolare sulla legittima difesa.
© Valdemar Fishmen

Aumento della pena per violazione di domicilio, niente eventuale risarcimento ai ladri, eliminazione del reato di eccesso colposo di legittima difesa. Sono questi i principi ormai noti a sostegno della legge di iniziativa popolare per la quale Aldo Di Giacomo, segretario generale del SPP, ha ripreso lo sciopero della fame. La rimodulazione della norma sulla legittima difesa non è l’unico motivo per cui il numero uno del Sindacato Polizia Penitenziaria sta digiunando, ma rappresenta uno dei fulcri della sua azione dimostrativa, atta a evidenziare come per responsabilità della politica “nel nostro Paese non [ci sia] più alcuna distinzione tra vittima e carnefice”.

La proposta di legge di iniziativa popolare promossa anche dal SPP ha raccolto circa 2.300.000 sottoscrizioni. Di Giacomo fa sapere che i promotori chiederanno “ai presidenti delle commissioni Giustizia di Camera e Senato di assicurare una corsia privilegiata all’esame [della proposta], perché venga approvata prima della fine della legislatura”. Lo sciopero della fame di Di Giacomo serve inoltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni in cui si lavora nelle carceri e in generale sull’emergenza sicurezza.