Armi Magazine n. 4 aprile 2019

Legittima difesa: in dirittura d’arrivo?

La riforma della legittima difesa è diventata una specie di thriller, con colpi di scena continui. A dire il vero, colpi di scena che la Lega (e, soprattutto, il suo leader e attuale ministro dell’Interno, Matteo Salvini) eviterebbe volentieri. L’errore formale (lo stanziamento di risorse per il rimborso delle spese legali previsto per il 2018 e non per il 2019 e anni seguenti) avrebbe dovuto essere “sanato” a febbraio. Il breve rinvio della discussione è stato approvato dalla Camera dei Deputati con 78 voti di scarto: favorevoli la Lega, che l’ha proposto, e il Movimento 5 Stelle. Si sono espressi contro Forza Italia, Leu e Fratelli d’Italia. Il rinvio è stato visto come “una buona notizia” dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Francesco Minisci, che – intervistato a Radio anch’io – ha dichiarato: “Noi vogliamo che la riforma non si faccia. Non ce n’è bisogno perché l’istituto della legittima difesa è sufficientemente regolamentato.

La tutela rafforzata della legittima difesa nel domicilio e nel negozio è già stata introdotta nel 2006”. Minisci ha poi ribadito: “Oltretutto, con questa riforma, si lancia il messaggio sbagliato che, se succede un fatto astrattamente riconducibile alla legittima difesa, non si deve fare nessun accertamento. Questo non è possibile perché, se un soggetto muore, le indagini il pm le deve fare”. Le parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati hanno provocato la replica – stizzita – non solo del vice-premier Matteo Salvini (“Sulla legittima difesa permettetemi un inciso che riguarda la democrazia. In Italia contano gli italiani e i parlamentari che eleggono. Sentire il presidente dell’Anm dire `Noi vogliano che la riforma non si faccia, noi non vogliamo che il Parlamento approvi una legge sulla legittima difesa’ è di una gravità assoluta. Candidati alle elezioni e fatti eleggere con la sinistra”) ma anche quella, più pacata ma comunque netta, di Giulia Buongiorno, ministro della Funzione pubblica (“Stimo il presidente dell’Anm, ma temo che non abbia avuto ancora modo di approfondire il testo della nuova legittima difesa. Smentisco in maniera categorica che con questa norma si impedirebbero le indagini, sarebbe grave se fosse così, e il testo non lo prevede. È ovvio che quando ci sono dei casi di un conflitto in un’abitazione e c’è un morto, la magistratura deve intervenire, deve verificare, deve indagare”. E continua: “A legislazione vigente quando c’è un’aggressione all’interno di un’abitazione, la persona che viene aggredita non può assolutamente difendersi se prima non si rende conto che chi sta aggredendo ha in mano una pistola e gliela sta puntando in faccia. Oggi, se io sento che c’è qualcuno a casa mia, non posso reagire se prima non faccio un’indagine notturna. Noi vogliamo evitare di trasformare la vittima in Sherlock Holmes. Con la nuova legge, se l’aggressore entra in casa con minaccia o con violenza e se io reagisco in uno stato di turbamento o paura, non finirò in carcere”).

Al momento di andare in stampa con il numero di Armi Magazine che state leggendo, la votazione alla Camera dei deputati (alla quale dovrà poi inevitabilmente seguire un’altra lettura del Senato) sulla nuova riforma non c’è ancora stata. Non abbiamo (sfortunatamente) la sfera di cristallo per… leggere il futuro ma, considerando che la legittima difesa sia una delle tematiche più care alla Lega e a Matteo Salvini, si può ipotizzare che la riforma possa a breve andare in porto. E proprio l’analisi della riforma è uno degli argomenti di una pubblicazione speciale (dal titolo, proprio, “Legittima difesa”) che trovate già in edicola. Lo speciale è suddiviso in tre grandi filoni. Il primo è dedicato all’evoluzione legislativa e normativa del concetto di legittima difesa. Il secondo ai sistemi di protezione attiva: dall’utilizzo di un’arma da fuoco (sia corta sia lunga) come mezzo difensivo all’allenamento, dalla scelta del calibro alla custodia, dall’acquisto di un’arma usata alle munizioni ricaricate. Il terzo filone, infine, è rivolto alla protezione passiva: dalle casseforti alle porte blindate agli impianti di allarme. Insomma, un excursus a ‘tuttotondo’ sulla legittima difesa che, siamo certi, riscuoterà il vostro interesse. Buona lettura a tutti e tutte.

Massimiliano Duca