Il calibro 9 Corto (.380 Acp), il piccolo 9

Esemplare di Colt 1908 Pocket Hammerless prodotto all’inizio degli anni Quaranta prima che gli Usa entrassero in guerra; questa Colt è stata la prima pistola camerata 9 Corto (.380 Acp)

Nato oltre un secolo fa, il 9 Corto (o .380 Acp) resta ancora attualissimo e, grazie a un’ampia gamma di pistole per esso camerate, copre tutte le esigenze della difesa personale. Analizziamo la sua storia

Una Beretta 34 del 1954 e una dell’ultimissima produzione. Rustica e ben costruita, la 34 è sempre stata apprezzata anche come arma militare e di polizia

Sulla primogenitura della 9 Corto, o .380 Acp (Automatic Colt Pistol) come la chiamano Oltreoceano, l’unico dato certo è che il disegno di questa cartuccia si deve a John Moses Browning che, proprio con la 9×17 (altra nomenclatura della 9 Corto), ha completato la sua triade di munizioni per armi a chiusura labile iniziata con la 7,65 Browning e portata avanti con la 6,35 Browning. A parte l’attribuzione al genio mormone, le varie fonti non sono univoche: c’è chi afferma che il progetto è stato realizzato in collaborazione con i tecnici della Fn e c’è chi dice, invece, che l’idea sia stata messa a punto con quelli della Colt; non c’è univocità neppure sulla “data di nascita”, ma, facendo mente locale alle pistole che per prime sono state camerate in 9×17, sembra verosimile ipotizzare che possa essere collocata entro un periodo antecedente (non poi di molto, gli sviluppi delle munizioni erano all’epoca assai rapidi) al 1908. La prima semiautomatica in .380 Acp è infatti la Colt 1908 Pocket Hammerless, mentre sul successivo gradino del podio dovrebbe trovarsi la Fn 1910, sviluppata originariamente in 7,65 Browning e poi camerata anche in 9 Corto nel 1912, così almeno sembra dalla consultazione di differenti fonti ma, come al solito, chi scrive non si sentirebbe di mettere la mano sul fuoco per quello che riguarda l’anno in cui è effettivamente iniziata la produzione del modello in questione. Fin dalla nascita della 9 Corto è stato evidente il dualismo tra questa cartuccia e la più piccola 7,65 Browning (.32 Acp) che peraltro, essendo semi-rimmed invece che rimless come la 9×17, ha diametro del fondello sovrapponibile a quello della più tarda sorella con proiettile di maggior diametro. Un’arma progettata intorno al 7,65 Browning non sempre può essere camerata in 9 Corto e, se la 1908 derivava dalla quasi identica Colt 1903 e la 1910 è nata in 7,65 per essere poi adattata al 9 Corto (se è vero l’anno 1912 per la nascita della 1910 in 9×17), dopo quelle prime semiautomatiche le successive 9 Corto sono “nate” per lo più come progetto che fin dall’inizio prevedeva il calibro maggiore abbinato al minore, piuttosto che per semplice sostituzione di canna e caricatore per passare dal 7,5 al 9.

Nata per la difesa

È con la Beretta Modello 1922, su Brevetto 1915-1919, che nasce la prima semiautomatica 9 Corto italiana; al pari di altre dello stesso calibro, anche la 1922 fu realizzata in 7,65 Browning e 9 Corto perché le due cartucce di Browning sono sempre state tra di loro concorrenti e i fabbricanti di armi offrivano quindi armi nei due calibri

Considerata dal suo ideatore come cartuccia per armi compatte da difesa, la 9 Corto ha ben presto attirato anche l’attenzione dei militari e delle forze di polizia: Italia, Svezia e Cecoslovacchia ne hanno fatto anche il calibro della pistola di ordinanza delle Forze dell’ordine, mentre molte polizie europee hanno scelto la 9×17 sia per le semiautomatiche destinate al servizio in borghese sia per quello in divisa; altre forze armate hanno comunque introdotto in servizio semiautomatiche in 9 Corto per ripianare il deficit di pistole di ordinanza di maggior calibro o per darle in dotazione a particolari categorie di militari: per esempio la Colt 1908 era la “United States General Officer pistol”, mentre è a tutti noto come le Walther Pp e Ppk siano finite spesso nelle fondine degli ufficiali della Wehrmacht. Esempi famosi di 9 Corto marziali sono state la Fn 10/22, la Beretta 34 e la Cz 24, mentre come arma per uso di polizia come non citare la coppia Walther Pp e Ppk, in pratica una stessa pistola proposta in due allestimenti, uno dei quali (Ppk) più compatto. Di tutte queste armi, di altre coeve e di quelle successive, esistevano ed esistono (magari con una nomenclatura differente) pure le varianti 7,65 Browning e questo per due ordini di motivi: preferenze “continentali” e limiti normativi.

È con questa pistola, dovuta, guarda caso alla matita di John Moses Browning, che il 9 Corto sbarcò in Europa; offerta anche in 7,65 Browning la Fn 1910 è stata per decenni in produzione e ha dato origine anche alla 10/22, un po’ più lunga e con più colpi nel caricatore, destinata all’uso di polizia e militare

Infatti, anche se la cosa può far sorridere, in alcuni Stati sono in vigore (o lo sono state) norme che vietano la “terribile” 9 Corto e consentono la 7,65 Browning; noi in Italia ne sappiamo qualche cosa perché fino alla catalogazione della Beretta 84F il 9 Corto era considerato “da guerra”. Le preferenze “continentali” sono in parte dovute a questioni normative (oggi per lo più scomparse), ma soprattutto al fatto che mentre gli statunitensi, fedeli al bigger is better, hanno sempre privilegiato il .380 Acp sul .32 Acp, gli europei caricavano il 7,65 Browning in modo alquanto più brillante di quanto non facessero col 9 Corto ricavandone cartucce dalla maggiore penetrazione (il 7,65 in genere “buca” un po’ più del 9 Corto) e con una minore Quantità di moto a parità (o anche qualche cosa di più) di Energia cinetica erogata.

La 9 Corto in pillole 

Diametro del proiettile: 9 mm (.355”)

Tipo di bossolo: rimless stright (senza collarino a pareti diritte)

Diametro bossolo al collo: 9,5 mm (.373”)

Diametro bossolo alla base: 9,5 mm (.374”)

Diametro fondello: 9,5 mm (.374”)

Lunghezza del bossolo: 17,3 mm (.680”)

Lunghezza cartuccia: 25,0 mm (.984”)

Pmax: 148 MPa (21.500 psi)