Con i suoi quasi 120 anni di vita, la .30-06 Springfield continua a dimostrarsi una delle più polivalenti cartucce da caccia di sempre. Originariamente destinata all’impiego militare, permane a tutt’oggi nelle rastrelliere di molti cacciatori.
La necessità di sostituire il precedente calibro d’ordinanza .30-40 Krag portò già nel 1903 l’esercito statunitense all’adozione del calibro .30-03 Springfield nel quale, può affermarsi a pieno titolo, è rinvenibile la paternità del suo più noto successore. La neo introdotta cartuccia, in principio, lanciava dal fucile Springfield modello 1903 una palla dal peso di 220 grani in conformazione round nose a 2.300 feet per second (corrispondenti a 701 m/s) diventando presto obsoleta.
L’assetto di carica fu presto rivisitato con la presentazione della Ball Cartridge, caliber .30, model of 1906 caratterizzata da una palla full metal jacket dal peso di soli 152 grani spinta a 2.740 fps (circa 835 m/s), ancora camerata nel fucile d’ordinanza Springfield modello 1903. La nuova versione fu caratterizzata, inoltre, da un accorciamento del bossolo di .070” (1,778 millimetri). Soltanto in seguito, con l’introduzione del fucile semiautomatico Garand M1, si è passati a caricamenti militari anche con palle da 173 grani (Lyman Products Corporation, Lyman Reloading Handbook, 50° edizione, Middletown, p. 246).
Il più celebre calibro .30 americano ha accresciuto la sua popolarità nel tempo, testimoniata dall’imperituro successo commerciale che ancora oggi lo vede al vertice delle vendite. Il 30-06 Springfield è stato anche il padre di molti altri calibri – ormai divenuti classici nella cultura venatoria internazionale – tra i quali primeggiano: .270 Winchester, .280 Remington, .25-06 Remington e .35 Whelen (Michael Bussard, Ammo Encyclopedia, 6° edizione, Minneapolis, 2017, p. 426).
Dal bosco alla savana africana
Poche altre cartucce possono rivendicare la stessa versatilità del .30-06 Springfield. Per molti anni questa munizione è stata considerata quale termine di paragone per valutare altri calibri: appartenere alla classe del .30-06 indica l’idoneità a cacciare tutti i selvatici del nord America. Il segreto del successo è quello di selezionare il proiettile giusto in base alla selvaggina di destinazione e le condizioni del tiro. Quelli più leggeri, da 100 a 130 grani, dovrebbero essere usati solo per il varminting e le piccole prede: possono raggiungere velocità impressionanti (ben oltre i 3000 fps o 914 m/s) tuttavia restano progettati per espandersi rapidamente su piccola selvaggina non penetrando a fondo su quella dalla mole maggiore.
In estrema sintesi la selezione di palle da 150 a 165 grani è corretta per coloro i quali intendano insidiare selvaggina media o grande. Per selvatici ancora più impegnativi come l’alce o l’orso bruno proiettili dal peso di 165, 180, 200 o 220 grani rappresentano la scelta migliore. Molti considerano la palla da 180 grani la più soddisfacente da impiegarsi in molteplici contesti venatori. Le palle da 220 grani sono consigliate finanche per le cacce africane (Frank C. Barnes, Cartridges of the World, 16° edizione, Appleton, 2019, pp. 119-120).