«Lecito difendersi sempre», il Veneto approva

Legittima difesa veneto
Archivio Shutterstock / DarkMediaMotion

Su input di Sergio Berlato, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato una proposta di legge statale che estende i confini della legittima difesa.

Su input di Sergio Berlato, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato una proposta di legge statale che estende i confini della legittima difesa.
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E se la soluzione arrivasse dal Veneto? È vero, è facilissimo che le proposte di legge statale che partono dalle Regioni spirino nel nulla. Ma i principi che ispirano il provvedimento approvato dal Consiglio regionale sotto la spinta di Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) potrebbero innescare una nuova riforma della legittima difesa. Più attenta alle esigenze di chi viene aggredito proprio nel luogo in cui dovrebbe sentirsi più sicuro. L’assemblea legislativa del Veneto ha approvato con 30 voti a favore, 6 contrari e 7 astenuti la proposta di modifica dell’articolo 52 del codice penale. Estendendo i confini della legittima difesa.

Ci si può difendere non solo in casa, ma anche “nelle immediate adiacenze se risulta chiara e sia in atto l’intenzione di introdursi violentemente o di volersene allontanare senza desistere dall’offesa”. Non solo di notte, ma quando si crei “uno stato di particolare paura e agitazione nella persona offesa”. Così da non far rispondere di eccesso colposo di legittima difesa “chi ha agito in stato di paura scusabile o per uno stato emotivo non rimproverabile di panico”. «La vita dell’aggressore e dell’aggredito non sono sullo stesso piano», commenta Sergio Berlato. «Invece di disarmare gli italiani, disarmiamo i delinquenti». Il politico di Fratelli d’Italia ha voluto precisare di voler «sottrarre alla discrezionalità del giudice gli aspetti più controversi della norma. Specie per ciò che riguarda il concetto di proporzionalità».

Il gioco della politica

Critiche le opposizioni. Stefano Fracasso, capogruppo del Partito Democratico, contesta il diverso peso assegnato alle vite in gioco. Erika Baldini del Movimento Cinque Stelle ci va cauta: «Facciamo attenzione a non danneggiare proprio le persone più fragili che vorremmo difendere». Particolarmente duro Pietro Ruzzante, fuoriuscito dal Pd coi bersaniani, secondo il quale «una vita umana vale più di un bene di proprietà, sempre».
Rimane da vedere se e come il Parlamento (questo Parlamento?) recepirà i suggerimenti che arrivano dal nord-est.