Massimo Buconi, presidente nazionale di Federcaccia, ha chiesto al ministro dell’Interno di intervenire per risolvere i ritardi nel rilascio e nel rinnovo delle licenze di porto d’armi
Come probabilmente avrete letto, ha fatto notizia il sollecito inviato al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi da parte del presidente di Federcaccia, Massimo Buconi. Oggetto: i tempi di alcune questure, che ci mettono il doppio, il triplo e anche oltre rispetto ai canonici 90 giorni (termine stabilito dalla legge, non inventato da noi) per rinnovare o rilasciare un PdA uso caccia. Certo, la stagione venatoria è imminente e alcuni cacciatori, pur avendo pagato la tassa di concessione e in possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi, non potranno cacciare a causa del ritardo della licenza di PdA uso caccia; pur avendola richiesta con ampio anticipo rispetto al mese di settembre corrente. Federcaccia – giustamente – segnala al ministro la non tollerabilità di questi ritardi.
Due riflessioni
A questo punto è necessaria una (anzi due) riflessione/i.
1) Oggi, dati alla mano di fonte ministeriale, i PdA uso tiro a volo hanno quasi raggiunto quelli uso caccia (553.000 i primi, 588.00 i secondi). I ritardi delle questure coinvolte riguardano i primi come i secondi; non c’è un “intento” di penalizzare i cacciatori. Qualche tiratore sportivo ha atteso nove mesi/un anno per un rilascio o un rinnovo del PdA tiro a volo. Chi difende gli interessi di questi appassionati? Ci abbiamo provato, scrivendo parecchio sull’argomento; ci ha provato Auda (Associazione degli utilizzatori delle armi) e continua a farlo, a ogni livello. Tutto questo è servito? Ni… Se Federcaccia scrive al ministro dell’Interno significa che i ritardi persistono. Di contro molte situazioni personali sono state risolte, ma il ritardo era comunque maturato. Il primo consiglio che ci sentiamo di fornire è il seguente: se non riuscite a venire a capo della situazione, rivolgetevi a qualcuno che lo possa fare per voi. Più azioni, congiunte, hanno maggiori possibilità di raggiungere lo scopo.
2) Si deve sapere che, nei casi di maggiore gravità, si può inoltrare al Tar un ricorso contro il silenzio inadempimento della pubblica amministrazione. Un’istanza di rinnovo del PdA non riscontrata per nove mesi rappresenta (secondo la legge) silenzio inadempimento. Il tribunale amministrativo decide con rito di urgenza e costi ridotti, che possono essere reclamati e posti in carico alla pubblica amministrazione non adempiente, intimando di provvedere entro 30 giorni.
A quel punto è prevedibile che i ritardi cesseranno, a beneficio di tutti, non solo dei cacciatori. A meno che l’iniziativa di Federcaccia possa sortire qualche effetto… non è complesso constatarlo e verificarlo: si vedrà nei prossimi mesi. Vi terremo informati.
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