Glock 44 cal. 22Lr, acciaio solo dove serve

Glock 44

La nuova Glock 44 nasce espressamente per adottare il calibro .22Lr, e non si tratta di un adattamento di un altro modello per il calibro cadetto. Non è affare da poco.

In realtà, però, siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione per il mondo delle semiauto in .22 Lr: a rappresentarla è in primis il carrello della Glock 44 che è costituito da un mix di acciaio e polimero. Ma procediamo con ordine.

Robusta ma non pesante

Realizzando una pistola semiautomatica in .22 Lr (pensate alle repliche Umarex e Gsg della 1911 o della Beretta 92), una delle difficoltà più impegnative è data dalla scarsa energia prodotta dall’esplosione della munizione che è responsabile dell’arretramento del carrello per compiere il ciclo di riarmo. Il funzionamento è a massa semplice (chiusura labile), sistema nel quale il momento dell’apertura del carrello è dato dall’inerzia della massa del carrello stesso e dalla forza della molla di recupero e di quella del cane (o del percussore se è lanciato).

Se il carrello è troppo pesante, l’energia prodotta dalla piccola munizione non è sufficiente a farlo arretrare. Per questo molte armi semiautomatiche funzionano solo con munizioni High Velocity e stentano con le Standard Velocity.

L’unica soluzione consiste nell’alleggerire il carrello e nel diminuire la potenza della molla di recupero e, per quanto possibile, quella del percussore o del cane, se presente. Per togliere peso al carrello, in genere, si utilizza una lega come la Zama, particolarmente leggera, oppure l’ergal, irrobustendo con l’acciaio solo le zone che “lavorano” di più e sono soggette dunque a una maggior usura.

La soluzione di Glock

Glock, invece, ha scelto ancora il polimero: il carrello, infatti, ha un telaio in acciaio che copre solo i punti critici, mentre tutto il resto è in polimeri. Risultato: il carrello è sorprendentemente leggero. Ciò ha consentito di utilizzare lo stesso guidamolla delle sorelle maggiori, anche se ovviamente la molla ha una potenza inferiore, ma, soprattutto, permette alla 44 di lavorare anche con le munizioni Standard senza alcuna difficoltà.

Qualche problema potrebbe nascere con le munizioni più veloci: il bossolo potrebbe incollarsi alla camera in seguito a un’apertura del carrello “prematura”, quando sul bossolo agiscono ancora le pressioni dello sparo.

Per questo i progettisti austriaci hanno deciso di realizzare nella camera di cartuccia alcune scanalature longitudinali che, sfruttando parte dei gas di sparo che filtra, impediscono al bossolo d’incollarsi alle pareti.

Il test della Glock 44 è pubblicato nel numero di agosto 2020 di Armi Magazine: lo trovi in edicola oppure in digitale cliccando qui.